Corriere della Sera

Chi è

- Riccardo Bruno rbruno@corriere.it

Giovanni Bonilini, piacentino, 66 anni, è docente di Diritto civile e direttore del Dipartimen­to di giurisprud­enza all’Università di Parma

«In questo caso sarà sicurament­e più spedito il procedimen­to penale e ne trarrà vantaggio il susseguent­e processo civile. Ma deve esserci la certezza che il fatto compiuto sia idoneo a far scattare l’indegnità. È una sanzione molto grave, il legislator­e ha previsto che tutto venga ben appurato e controllat­o».

«Intanto scatta anche qualora venga ucciso il coniuge o un parente della persona da cui si dovrebbe ereditare. Poi sono previsti altri casi, come la falsificaz­ione del testamento, oppure averlo nascosto, soppresso oppure lacerato o alterato. Più in generale nei casi gravi di attentato alla personalit­à del testatore».

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