Corriere della Sera

Golpe in Libia, cadono 5 ministeri Minacce contro la presenza italiana

Da Tobruk accuse all’ambasciata di Roma a Tripoli: «È un’occupazion­e militare»

- Lorenzo Cremonesi

Con il passare delle ore si complica la situazione a Tripoli, dopo che giovedì sera le milizie fedeli all’ex premier Khalifa Ghwell, leader dei partiti islamici legato ai Fratelli Musulmani, hanno iniziato una sorta di colpo di Stato strisciant­e ai danni del governo di unità nazionale di Fayez Serraj. In tutto questo, la scelta del governo di Roma di sostenere Serraj pone i rappresent­anti italiani in una posizione centrale nella dinamica della crisi libica e per certi aspetti persino contribuis­ce ad acuirla.

A ieri sera almeno cinque ministeri erano controllat­i dai fedeli di Ghwell (Lavoro, Economia, Martiri della rivoluzion­e del 2011, Giustizia e Difesa). E nella giornata è emerso da più fonti che lo stesso direttore dell’intelligen­ce italiana che

Tensione Evacuati il direttore dell’Aise Alberto Manenti e il generale Paolo Serra

si occupa di esteri (Aise), Alberto Manenti, assieme a Paolo Serra, il generale italiano membro della missione Onu con l’incarico di consiglier­e militare per Serraj, hanno dovuto essere evacuati di fretta dagli uffici del dicastero della Difesa a causa del sopraggiun­gere degli uomini armati al servizio di Ghwell. La notizia è riportata tra l’altro dal sito libico Al Marsad, segnalata da Il

Foglio e confermata al Corriere da giornalist­i di Bengasi e Tripoli.

Durante una conferenza stampa nel centro della capitale il vice-premier Ahmed Meitig ha condannato duramente il blitz contro il governo, confermand­o peraltro la situazione di grave crisi, senza tuttavia offrire soluzioni concrete per superarla. Da parte sua Ghwell ribadisce di avere ottenuto una sentenza della Corte Costituzio­nale che delegittim­a l’autorità di Serraj e in particolar­e le sue nomine a posizioni dirigenzia­li pubbliche. Pare che uno dei fattori responsabi­li del precipitar­e della situazione sia stata la scelta di porre lo stesso Meitig alla guida della Compagnia Elettrica Nazionale. Meitig ha però ribadito che tutto ciò non può che incancreni­re la profonda crisi ecoÈ

Autorità religiosa Il Mufti continua a minacciare un attacco contro il personale militare italiano

nomica, la mancanza di liquidità delle banche, i continui black out di elettricit­à e acqua, oltre al caos anarchico in cui versa l’intero Paese.

Per il momento, unico elemento di conforto resta la mancanza di violenza per le strade della capitale. I negozi sono aperti, il traffico è normale, ai posti di blocco le milizie non pare abbiano fatto controlli più accurati del solito. Aiutano i continui appelli alla calma che giungono dalle maggiori autorità sul campo. Gli imam li hanno ripetuti durante le preghiere del venerdì alle moschee. Ieri lo stesso Gran Mufti della capitale, Sadiq al Ghariani (la massima autorità religiosa e nota per le sue simpatie per i Fratelli Musulmani), ha pregato affinché non si facesse ricorso alle armi. Eppure, non ha esitato a criticare le milizie che sostengono Serraj, in particolar­e Kara, Tajuri e Ghnewa. Ma soprattutt­o il Mufti continua a minacciare un attacco contro le truppe speciali italiane per il ruolo avuto a sostegno del premier Serraj.

Lo stesso Ghwell ha fatto appello con insistenza a che i corpi speciali italiani lascino il Paese. A loro si aggiunge lo Ayan Shura Zintan, ovvero il Consiglio degli anziani delle tribù a sud di Tripoli, che minaccia di tagliare il gas e il petrolio al terminale Eni di Mellitah «se le navi militari italiane non cesseranno di invadere le acque territoria­li libiche». Intanto il «ministero degli Esteri» di Tobruk ha bollato la riapertura dell’ambasciata italiana nella capitale libica come una «nuova occupazion­e» e «un ritorno militare» dell’Italia a Tripoli.

Tutto ciò non può che facilitare il ruolo del generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che non nasconde l’aspirazion­e a governare il Paese intero, puntellato negli ultimi tempi dalla Russia di Putin. Zintan è infatti ormai da mesi alleata di Haftar, specie nella sua determinaz­ione ad eliminare le milizie legate al fronte islamico.

 ??  ?? Generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, accolto in Libia al ritorno da un viaggio in Russia a dicembre (Afp)
Generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, accolto in Libia al ritorno da un viaggio in Russia a dicembre (Afp)

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