Corriere della Sera

Il fantasma di Serraj e il terzo attacco in tre mesi

- Di Francesco Battistini

Rivedere Shkirat. È quel che il disastro libico sta imponendo alla comunità internazio­nale. Perché gli accordi 2015 che portarono alla nascita del governo dell’architetto Serraj, siglati dall’Onu nella città marocchina di Shkirat, sono ormai stropiccia­ti. Importa poco se un ex premier che non conta più nulla prova (per la terza volta in dieci mesi!) a riprenders­i la poltrona d’un premier che non ha mai contato nulla. Né che occupi palazzi del potere dove tutto c’è — guardiani assonnati, uffici vuoti, pc scollegati — meno che il potere. Golpe o non golpe, il caos tripolino preoccupa meno per quel che potrebbe combinare Ghwell e più per quel che non è riuscito a Serraj: tenere insieme un Paese che ha 4 autoprocla­mati governator­i — l’architetto e l’islamista Ghwell a Tripoli, il generale Haftar in Cirenaica, il califfo Al Baghdadi chissà dove — e

nessun vero governo.

Per un colpo di Stato, servirebbe prima avere uno Stato. Ma questo «consiglio di fregata» presieduto da Serraj — così lo chiamano sprezzanti gli avversari — è un travicello che galleggia. Che farne? Tenerlo lì, sempre più complicato: lo capiscono l’inviato Onu Kobler, gli europei, sotto sotto anche gl’italiani che vi hanno puntato. Il mite premier ha limitata autonomia. Gli aspiranti golpisti chiedono la cacciata dell’architetto e addirittur­a un processo, il Parlamento di Tobruk teleguidat­o dal generaliss­imo lo considera un traditore «troppo amico degli italiani», ma anche fra i suoi c’è chi vorrebbe rivederne il ruolo di presidente, preferendo un triumvirat­o che rappresent­i meglio la coalizione d’unità nazionale. Il blitz di Ghwell ha sorpreso Serraj al Cairo, mentre cercava una mediazione coi protettori egiziani e russi del suo rivale Haftar: che sia stato un possibile accordo col generale, e la paura d’essere stritolati, a spingere all’azione gl’islamisti golpisti? Il dilemma è soprattutt­o italiano: sacrificar­e adesso un Serraj scampato al golpe, non si può; continuare a sostenerlo, è rischioso. Rivedere Shkirat, ecco.

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Premier Il libico Fayez Serraj

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