Il fantasma di Serraj e il terzo attacco in tre mesi
Rivedere Shkirat. È quel che il disastro libico sta imponendo alla comunità internazionale. Perché gli accordi 2015 che portarono alla nascita del governo dell’architetto Serraj, siglati dall’Onu nella città marocchina di Shkirat, sono ormai stropicciati. Importa poco se un ex premier che non conta più nulla prova (per la terza volta in dieci mesi!) a riprendersi la poltrona d’un premier che non ha mai contato nulla. Né che occupi palazzi del potere dove tutto c’è — guardiani assonnati, uffici vuoti, pc scollegati — meno che il potere. Golpe o non golpe, il caos tripolino preoccupa meno per quel che potrebbe combinare Ghwell e più per quel che non è riuscito a Serraj: tenere insieme un Paese che ha 4 autoproclamati governatori — l’architetto e l’islamista Ghwell a Tripoli, il generale Haftar in Cirenaica, il califfo Al Baghdadi chissà dove — e
nessun vero governo.
Per un colpo di Stato, servirebbe prima avere uno Stato. Ma questo «consiglio di fregata» presieduto da Serraj — così lo chiamano sprezzanti gli avversari — è un travicello che galleggia. Che farne? Tenerlo lì, sempre più complicato: lo capiscono l’inviato Onu Kobler, gli europei, sotto sotto anche gl’italiani che vi hanno puntato. Il mite premier ha limitata autonomia. Gli aspiranti golpisti chiedono la cacciata dell’architetto e addirittura un processo, il Parlamento di Tobruk teleguidato dal generalissimo lo considera un traditore «troppo amico degli italiani», ma anche fra i suoi c’è chi vorrebbe rivederne il ruolo di presidente, preferendo un triumvirato che rappresenti meglio la coalizione d’unità nazionale. Il blitz di Ghwell ha sorpreso Serraj al Cairo, mentre cercava una mediazione coi protettori egiziani e russi del suo rivale Haftar: che sia stato un possibile accordo col generale, e la paura d’essere stritolati, a spingere all’azione gl’islamisti golpisti? Il dilemma è soprattutto italiano: sacrificare adesso un Serraj scampato al golpe, non si può; continuare a sostenerlo, è rischioso. Rivedere Shkirat, ecco.