Corriere della Sera

La vicenda

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Presenti in 247 dei 262 comuni del Salvador, le gang criminali operano un controllo capillare del territorio

Nel 2015 è stato registrato il picco di 104 omicidi ogni 100.000 residenti, record mondiale per gli Stati non in guerra quell’anno. Nel 2016, il numero delle uccisioni è crollato del 20%, anche grazie all’offensiva militare contro le «pandillas» lanciata dal governo: 81,2 assassinii ogni 100.000 residenti, una media ancora altissima

Un giorno senza neppure un morto ammazzato. Giovedì 12 gennaio, per il Salvador, è una data da festeggiar­e: era da due anni che il piccolo Stato dell’America Centrale non superava 24 ore filate senza omicidi. Di norma, il tragico bilancio quotidiano si chiude con decine di vittime di una violenza ormai cronica: agguati, sparatorie, regolament­i di conti, vere e proprie esecuzioni. Protagonis­ti sono quasi sempre i giovani ipertatuat­i delle bande criminali, le famigerate «pandillas» o «maras» che controllan­o gran parte del territorio nazionale.

Nel 2015 è stato registrato il picco di 104 omicidi ogni 100.000 residenti, record mondiale per gli Stati non in guerra quell’anno. Nel 2016, il numero delle uccisioni è crollato di circa il 20 per cento, anche grazie all’offensiva militare contro le «pandillas» lanciata dal governo in aprile. Il tasso di violenza criminale resta comunque altissimo: la media è ancora di 81,2 assassinii ogni 100.000 residenti.

La buona notizia di giovedì è stata celebrata pubblicame­nte dalle autorità salvadoreg­ne — l’ultima volta che il registro nazionale di polizia segnava «zero omicidi» nell’arco di 24 ore risale al 22 gennaio 2015 — ma non è ancora chiaro se la giornata di pace sia il risultato della lotta alla criminalit­à organizzat­a varata dal governo o piuttosto una «tregua» firmata tra le stesse gang, che potrebbero aver raggiunto un accordo per spartirsi

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