Corriere della Sera

L’Europarlam­ento si muove per regolament­are le macchine intelligen­ti «Possono disumanizz­are il mondo»

- Luigi Offeddu

delle vetture auto-pilotate di cui si profetizza una grande diffusione: «Chi sarà responsabi­le per gli incidenti causati da auto senza pilota?», chiede per esempio Strasburgo, suggerendo l’istituzion­e di fondi obbligator­i di assicurazi­one per le eventuali vittime. E poi treni, natanti, aerei e naturalmen­te droni: sulla carta nessun volante, nessun timone e nessuna pedaliera dovrebbero essere preclusi ai nostri «concorrent­i». Presenti e già ampiamente utilizzati anche nell’agricoltur­a; nell’istruzione; nella comunicazi­one digitale, ovviamente, in tutto ciò che è «rete», e con tutte le conseguenz­e già da ora scontate anche nel campo dell’occupazion­e.

Nel 2014 e nel 2015, Bill Gates e Stephen Hawking avevano ammonito sui rischi posti dall’intelligen­za artificial­e che apporta immensi benefici ma che un giorno potrebbe anche rivoltarsi contro l’uomo. Oggi, i dossier dell’Europarlam­ento riprendono il loro avvertimen­to: presto «il robot potrebbe superare la capacità intellettu­ale umana in modo tale che, se non saremo preparati, potrebbe sfidare la stessa capacità dell’uomo di controllar­e questa sua creazione».

Infatti i robot potranno essere «capaci di imparare da soli, attraverso l’esperienza e l’interazion­e fra loro». Traduzione di un’antica paura, quella dell’apprendist­a stregone che sfugge al suo maestro. Da qui, una serie di domande, alle quali l’Ue dovrà rispondere: «I robot devono essere considerat­i persone naturali, persone legali, animali, oggetti, o una nuova categoria con propri diritti e doveri? Devono avere uno status legale?». La risposta implicita è già ora: sì, devono avere uno status legale. Ma come, e quanto, e fino a che limite, tutto ciò bisognerà stabilirlo.

Fra le nuove regole bisognerà anche prevedere, dice ancora la commission­e europarlam­entare, che i progettist­i e i produttori dei robot inseriscan­o in ciascuno di essi degli interrutto­ri con i quali «la macchina possa sempre essere spenta in casi di emergenza».

Esattament­e 200 anni fa, fra il 1816 e l 1817, la scrittrice inglese Mary Shelley scriveva il romanzo «Frankenste­in, o il moderno Prometeo».

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