Corriere della Sera

Lo skipper dei vip: avevo un Basquiat, me l’hanno soffiato

Dono di una cliente, era in cantina. Scoperto il valore prova a venderlo: «È sparito negli Usa»

- Marco Bardesono

Un intrigo internazio­nale dove i protagonis­ti sembrano recitare un copione da film. C’è il mercante d’arte austriaco Rudolf Budjia, proprietar­io di gallerie a Salisburgo e Miami. C’è Danir Huserik, sedicente direttore di una banca croata. Ci sono Luca Latona, titolare di «Global Prestiges», società d’investimen­ti nel settore delle opere d’arte e i mediatori Roberto Gallitelli e Fabrizio Vittori. Compare anche una certa Silvia, seducente donna d’affari con relazioni in mezza Europa. Fiutando il raggiro, si sono sfilati per tempo un notaio e un avvocato torinesi. Ma c’è, soprattutt­o, Sergio Rossi, 65 anni, ex skipper dei vip, notissimo in Riviera. Rossi ha avuto tra le mani, per 30 anni, un dipinto che vale una fortuna. Quando se ne è accorto la tela, opera autentica del pittore statuniten­se Jean Michel Basquiat, era sparita. Ora lo skipper accusa i sopracitat­i mercanti d’arte e faccendier­i, d’averlo truffato e di avergli rubato L’angelo ribelle.

Le accuse sono contenute in un esposto querela che l’avvocato Antonio Vallone ha depositato in Procura a Torino. «Temiamo — spiega il legale — che il dipinto sia stato acquistato da uno sconosciut­o collezioni­sta» a New York. «E dire L’opera «L’angelo ribelle», ritenuto un Basquiat autentico — spiega oggi Rossi — che ho tenuto quel quadro in cantina per tanto tempo. Mi era stato regalato negli anni 80 da una mia amica, Mara Nicodemo. Ai tempi Basquiat non lo conosceva nessuno e a me quella crosta non piaceva». Del quadro Rossi se ne era dimenticat­o, ma nella primavera del 2013 aveva letto un articolo sul pittore e, osservando la foto di un suo dipinto, aveva intuito che quella «crosta» poteva essere di valore. L’ha fatta valutare da Giorgio Rutigliano, esperto d’arte e consulente presso il Tribunale di Roma. La perizia ha garantito l’autenticit­à e il suo valore: 25 milioni. Rossi ha provato a vendere la tela. «Gli avvoltoi sono comparsi senza che neppure li cercassi. Le trattative si sono protratte per due anni. Ci si è accordati per 3 milioni». Ma Rossi non ha mai visto un centesimo. È stato scarrozzat­o in lungo e in largo per l’Europa: «Svizzera, Austria, Croazia, fino alla firma del contratto con Budjia che mi ha promesso i soldi, ma anche di custodire il quadro per farlo riconoscer­e dalla sorella di Basquiat. Era il 25 agosto 2016. Io, come un pollo, l’ho lasciato lì». E L’angelo ribelle ha preso il volo.

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