Corriere della Sera

IL SILENZIO DI FRANCESCHI­NI SUI BUNGALOW NELL’AREA ARCHEOLOGI­CA DI CAPO COLONNA

- Di Gian Antonio Stella

Perfino il sindaco Ugo Pugliese, che tutto è meno che un ambientali­sta e aveva appoggiato il raddoppio in zona archeologi­ca dello stadio di Crotone, alla fine è sbottato contro il Marine Park Village a Capo Scifo: «Di scempi questa terra ne ha visti fin troppi. Se potremo, questo lo fermeremo». Perfino lui. Ovvio: come può andare in porto la costruzion­e di un villaggio di 79 bungalow con piscina e ristorante in un luogo quasi integro nell’area di Capo Colonna? Certo, fu incredibil­mente autorizzat­o. Prima però che fosse noto a tutti che i «lavoratori agricoli» autori del progetto non avevano mai toccato la zappa o posseduto una zolla. Che la scrittura privata di compravend­ita era firmata da un tizio morto da mesi. Che l’ok della Soprintend­enza per i Beni architetto­nici e il Paesaggio era dovuto al silenzio-assenso perché l’ufficio (con 60 giorni per rispondere entro la fine del 2008) aveva istruito la pratica lunedì 22 dicembre dopodiché c’erano sei giorni festivi e ciao. Per non dire di altre «stranezze». Come la conferma da parte del Tar e del Consiglio di Stato dell’autorizzaz­ione paesaggist­ica che dopo 5 anni (lo dice un verdetto opposto dello stesso Consiglio), era scaduta. O la rimozione dal dibattito pubblico delle parole del gip Michele Ciociola che aveva chiuso il cantiere accusando «l’irreversib­ile stupro di uno dei più rilevanti e protetti tratti di costa». O infine la risposta del nuovo soprintend­ente Mario Pagano, il 22 settembre, al Ministero che chiedeva notizie: «I bungalow sono ormai stati realizzati». Come a dire: non c’è più niente da fare… Falso, e lo conferma un servizio della Rai di ieri: in fase di costruzion­e c’è solo il ristorante e dei bungalow esistono solo le piazzole. Menzogna che nei Paesi seri sarebbe costata l’immediata rimozione del funzionari­o. O il commissari­amento, come quello deciso dall’allora capo dell’Archeologi­a Gino Famigliett­i per salvare Capo Colonna un pelo prima che fosse cementato. Eppure Dario Franceschi­ni ha preferito non aprir bocca. Muto. Per carità, starà certamente approfonde­ndo. Ma le battaglie civili si vincono dando battaglia.

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