La storia
erché smettere di sognare se si è nati per farlo? Non che Massimo Piombo si sia mai lasciato convincere del contrario. Anzi. Eccolo ora in questa nuova avventura per il prossimo inverno che a parole potrebbe sembrare il progetto del solito, incorreggibile, visionario, ma nei fatti mai collezione più matura e forte come questa nella storia dello stilista imprenditore di Varazze. La sua nuova «MP» è la sintesi di una (saggia) maturazione, più aperta all’oggi che alla nostalgia . «Mi piace pensare questa collezione come quei ponti che uniscono Oriente ed
Massimo Piombo è stilista e imprenditore. Il suo quartiere generale è a Varazze, in Liguria
MP è la sua linea. Nata da un paio di anni e molto amata in Oriente Occidente. Nel caso il fashion con lo street, la moda con le esigenze della strada. Penso a un ragazzo che ha sempre indossato una felpa e ad un certo punto desidera avere un pullover un po’ matto, di un colore particolare e di un materiale incredibile», racconta con una carica tutta sua Piombo. «Penso a quei professori di greco che ad ogni anno scolastico rinnovano quel voto a trasmettere alle nuove generazioni quella cultura perché non si perda e perché continui ad affascinare», aggiunge mentre tocca queste giacche dai tessuti più incredibili per trame e colori e materiali. Corposi, autentici, Volume Cappotti, giacconi, pantaloni e maglieria nei quadri e righe uniti, in lane morbide e dai volumi sensuali. Abiti in «old yellow flannel», t-shirt e maglieria in mohair francese tonalità degli azzurri/verdi ricchi, unici: «La cultura del tessile proposta in forme più vicine all’oggi, le giacche morbide, i pantaloni diritti, i pull-sportivi, i cappotti senza strutture».
Quadri e righe. Tinte uniti e melange. Giallo, blu, verde, nero, rosso, marone. Mohair, flanelle, velluti: la tentazione, è vero, è quella di toccare capo, dopo capo. La scelta è infinita: «Mi piace l’idea di avvolgere con la ricchezza dei prodotti». Nessun confine, nessun limite: «L’idea è di dare ai giovani ciò che vorrebbero ma che non conoscono».