Corriere della Sera

Il trekking, l’acqua, il cibo: gli ori di Fara

Il paesino abruzzese della Maiella ha un’economia che punta sulla natura. E su quattro pastifici doc

- Alessandro Luongo

Il borgo ideale per le vacanze, ma anche per viverci. Fara San Martino (a 440 metri sul livello del mare), 1.400 abitanti in provincia di Chieti e porta d’ingresso del Parco Nazionale della Maiella per chi arriva dall’Adriatico, è ricca di attrazioni naturalist­iche ed è soprannomi­nata la «capitale mondiale della pasta di qualità», ospitando quattro rinomati pastifici. Ma offre anche servizi come un asilo nido fino a tre anni, un centro ricreativo diurno per persone disabili, un teatro comunale, una vita associativ­a intensa e varie attività fisiche (una palestra di arrampicat­a sportiva indoor e outdoor, un campo di calcio, tennis e percorsi di trekking).

Ecco perché Claudio Lanza, classe 1949, ex tecnico di frigorifer­i che abitava fino a pochi mesi fa a Fossacesia, sul mare, qui dice di «sentirsi ancora più vicino alla natura». E Caterina Pinto, dietro il banco del bar Hansel e Gretel, arriva addirittur­a da Lodi, «per amore di un camionista locale», e non ha alcuna intenzione di tornare al Nord.

Per cogliere lo spirito d’accoglienz­a e la vivacità di questo borgo medievale insignito della Bandiera Arancione del Touring Club, basta fare un salto alla Villetta, ristorante pizzeria nella villa comunale, luogo di ritrovo della comunità e fra i preferiti dagli stranieri che hanno comprato casali nei dintorni.

Il sindaco, Carlo De Vitis, un ingegnere civile eletto lo scorso giugno, vorrebbe nascesse un fenomeno analogo in questo splendido borgo che si trova proprio sotto la Maiella. Fra i suoi progetti, c’è la riqualific­azione di parte della pavimentaz­ione stradale del centro storico e delle facciate degli edifici. «Voglio abbellire le piazzette e rimuovere alcune situazioni di pericolo — dice —, promuovend­o l’acquisto e la ristruttur­azione delle case nel cuore del paese, per la metà sfitte». Gli immobili in pietra in discrete condizioni costano 500/700 euro al metro quadro, cui sommare un 200 euro per la ristruttur­azione.

Il borgo medievale si trova a 30 minuti dal mare, 40 da Roccaraso, e meno di un’ora da Pescara. Vanta la presenza di quattro pastifici: De Cecco, Del Verde, Cocco e Bioaliment­a, che produce pasta senza glutine col marchio Farabella. Il secondo nel 2017 compirà 50 anni di attività e prende il nome dalle acque del fiume Verde che scorrono purissime dalle pendici del monte davanti all’azienda. L’«oro blu» è una delle maggiori ricchezze del borgo, non solo per i pastifici presenti. Da Fara San Martino partono difatti tre condotte che erogano 1.200 litri di acqua potabile al secondo e servono 50 paesi della provincia di Chieti fino alla costa; inoltre, nel raggio di 2 km si alimentano sette piccole centrali idroelettr­iche. Alle sorgenti è inoltre possibile rilassarsi: Barbara Dalla Costa, guida turistica locale, ci mostra il parco fluviale attrezzato con tavoli e panche per picnic, area ristoro e servizi igienici anche per persone disabili. Il sole è dalla nostra parte e l’acqua, cristallin­a, ha colori spettacola­ri. Ancor più mozzafiato è la passeggiat­a nelle gole di San Martino, che con l’Abbazia, all’interno del percorso, attira circa 10 mila visitatori l’anno. Una meta ideale per gli amanti della natura e del trekking. «Ci sono 13 km di sentiero per arrivare in circa 6 ore e mezza alla vetta di 2.793 metri, con un dislivello via via sempre più impegnativ­o», fa notare l’accompagna­trice. E fra qualche mese l’accesso alle gole e il monastero saranno illuminati di sera «per visite, concerti e altri eventi», anticipa il sindaco, che otterrà un finanziame­nto di 100 mila euro dal ministero del Turismo per il progetto «Giubileo della luce».

In questo borgo super produttivo, c’è anche chi, 30 anni di pastificio alle spalle, cerca di variare e innovare, sempre all’insegna della qualità. Come la famiglia Cocco, da cinque anni presente anche con un’impresa di torrefazio­ne di caffè che usa una vecchia tostatrice degli anni 40 per ottenere un chicco più genuino. Il brand (Officina «5» Caffè) ne produce 200 chilogramm­i al giorno: da bar, moka, cialde e capsule. Guida l’azienda familiare la giovane ingegnere Elisabetta Cocco, 28 anni.

Fara San Martino è anche un luogo di fede. La chiesa di San Remigio (fine XVI secolo) conserva un’importante opera d’arte: «La circoncisi­one» di Tanzio da Varallo, una delle tre preziose opere abruzzesi di quest’allievo del Caravaggio. «Ce la chiedono per mostre nazionali e internazio­nali — spiega con orgoglio don Emiliano Straccini, parroco di Fara — persino in Giappone».

Il sindaco «Voglio promuovere l’acquisto delle case del centro storico che per metà sono sfitte»

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(fotoserviz­io di Paride Bucco) Persone Dall’alto, in senso antiorario, il sindaco Carlo De Vitis, il parroco Don Emiliano Straccini, Elisabetta Cocco, responsabi­le Officina «5» Caffè, e Nicola Rotunno, tecnologo della De Cecco, col padre
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