La signora «antismog» e la carta Fiat-Chrysler: risolveremo con Trump
L’arrivo di Pruitt, schierato contro le cause ambientaliste
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
La Casa Bianca fa sapere di non essere stata direttamente «coinvolta» nel caso Fiat-Chrysler. John Earnest, portavoce di Barack Obama, dichiara nell’incontro abituale
I controlli di McCarty dal 2015, i dubbi del successore sul riscaldamento globale
con i giornalisti: «Le decisioni dell’Epa (Environmental protection agency, ndr), sono prese dai funzionari dell’Epa. Non sono a conoscenza di un coinvolgimento della Presidenza in questo dossier specifico». Parole, però, che non vanno interpretate come una presa di distanza dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente, guidata da Gina McCarty. «Il presidente Obama — ha proseguito Earnest — si aspetta che i funzionari dell’Epa assolvano ai loro compiti per far rispettare la legge. Sta a loro decidere come applicare le norme scritte».
Per tutta la giornata si sono sovrapposte le analisi tecniche degli esperti di auto, le previsioni degli operatori finanziari e, infine, le osservazioni più politiche. Intanto l’agenzia Bloomberg News scrive che «è altamente probabile» l’apertura di un’indagine penale a opera del Dipartimento di giustizia americano.
Dall’Epa non arriva alcun commento: l’ufficio stampa rimanda alle note ufficiali e alla conferenza stampa tenuta due giorni fa dall’amministratrice McCarty.
Tuttavia è possibile chiarire Successione Il nuovo vertice dell’Epa nominato da Trump, Scott Pruitt (sinistra), e l’uscente Gina McCarty due passaggi fondamentali. Primo punto: l’Epa considera «seria» l’accusa. L’Agenzia contesta al gruppo Fiat-Chrysler di aver occultato il software che consente di registrare un livello inferiore di emissioni nocive nell’aria. Fiat-Chrysler era «consapevole» di stare violando le disposizioni del Clean Air act, la legge quadro entrata in vigore nel 1963 e poi modificata negli anni. McCarty sostiene di «non avere dubbi che ci sia stata una chiara e seria violazione delle norme».
Secondo: non è una decisione improvvisa e inaspettata. I test sulle emissioni su una serie di modelli Fiat-Chrysler sono iniziati nel settembre del 2015. In questi 15 mesi i funzionari dell’Epa si sono incontrati più volte «con i dirigenti e i legali di Fca», ha precisato ancora McCarty, aggiungendo: «Non ci hanno mai spiegato perché fossero stati montati quei software su circa 104 mila vetture (Jeep Grand Cherokees e Dodge Ram 1500, ndr)».
Nessuno all’Epa, però, risponde alla domanda più semplice, inviata via mail: che cosa succederà tra sei giorni, quando terminerà il mandato di Gina McCarty e il suo staff?
Il successore indicato da Donald Trump è Scott Pruitt, che da Procuratore generale dell’Oklahoma è stato l’avversario più tenace dell’Agenzia della protezione dell’ambiente. Pruitt è considerato vicino alle industrie petrolifere ed ha argomentato pubblicamente che le responsabilità umane nel «climate change» devono «ancora essere accertate». Marchionne è convinto che sia questa la carta migliore: «Risolveremo con Trump».