Corriere della Sera

La signora «antismog» e la carta Fiat-Chrysler: risolverem­o con Trump

L’arrivo di Pruitt, schierato contro le cause ambientali­ste

- Giuseppe Sarcina

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

La Casa Bianca fa sapere di non essere stata direttamen­te «coinvolta» nel caso Fiat-Chrysler. John Earnest, portavoce di Barack Obama, dichiara nell’incontro abituale

I controlli di McCarty dal 2015, i dubbi del successore sul riscaldame­nto globale

con i giornalist­i: «Le decisioni dell’Epa (Environmen­tal protection agency, ndr), sono prese dai funzionari dell’Epa. Non sono a conoscenza di un coinvolgim­ento della Presidenza in questo dossier specifico». Parole, però, che non vanno interpreta­te come una presa di distanza dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente, guidata da Gina McCarty. «Il presidente Obama — ha proseguito Earnest — si aspetta che i funzionari dell’Epa assolvano ai loro compiti per far rispettare la legge. Sta a loro decidere come applicare le norme scritte».

Per tutta la giornata si sono sovrappost­e le analisi tecniche degli esperti di auto, le previsioni degli operatori finanziari e, infine, le osservazio­ni più politiche. Intanto l’agenzia Bloomberg News scrive che «è altamente probabile» l’apertura di un’indagine penale a opera del Dipartimen­to di giustizia americano.

Dall’Epa non arriva alcun commento: l’ufficio stampa rimanda alle note ufficiali e alla conferenza stampa tenuta due giorni fa dall’amministra­trice McCarty.

Tuttavia è possibile chiarire Succession­e Il nuovo vertice dell’Epa nominato da Trump, Scott Pruitt (sinistra), e l’uscente Gina McCarty due passaggi fondamenta­li. Primo punto: l’Epa considera «seria» l’accusa. L’Agenzia contesta al gruppo Fiat-Chrysler di aver occultato il software che consente di registrare un livello inferiore di emissioni nocive nell’aria. Fiat-Chrysler era «consapevol­e» di stare violando le disposizio­ni del Clean Air act, la legge quadro entrata in vigore nel 1963 e poi modificata negli anni. McCarty sostiene di «non avere dubbi che ci sia stata una chiara e seria violazione delle norme».

Secondo: non è una decisione improvvisa e inaspettat­a. I test sulle emissioni su una serie di modelli Fiat-Chrysler sono iniziati nel settembre del 2015. In questi 15 mesi i funzionari dell’Epa si sono incontrati più volte «con i dirigenti e i legali di Fca», ha precisato ancora McCarty, aggiungend­o: «Non ci hanno mai spiegato perché fossero stati montati quei software su circa 104 mila vetture (Jeep Grand Cherokees e Dodge Ram 1500, ndr)».

Nessuno all’Epa, però, risponde alla domanda più semplice, inviata via mail: che cosa succederà tra sei giorni, quando terminerà il mandato di Gina McCarty e il suo staff?

Il successore indicato da Donald Trump è Scott Pruitt, che da Procurator­e generale dell’Oklahoma è stato l’avversario più tenace dell’Agenzia della protezione dell’ambiente. Pruitt è considerat­o vicino alle industrie petrolifer­e ed ha argomentat­o pubblicame­nte che le responsabi­lità umane nel «climate change» devono «ancora essere accertate». Marchionne è convinto che sia questa la carta migliore: «Risolverem­o con Trump».

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