Corriere della Sera

Il nuovo manager? Nel toto nomine spunta l’ex ceo Sabelli

- Di Antonella Baccaro

Alitalia è tornata nella tempesta. È come se l’ex compagnia di bandiera sparisse regolarmen­te tra le nuvole per poi rispuntare con una livrea nuova, un nuovo pilota e le ali piene di carburante. A distanza di due anni e mezzo dal suo esordio, in questi giorni anche la ristruttur­azione guidata dall’emiratina Etihad sta mostrando la corda. Dunque ci risiamo: un altro miliardo da trovare, la consueta dose di tagli da effettuare, a partire da quelli del costo del lavoro. E ancora accuse reciproche, tavoli notturni, proteste, probabili disservizi.

E poi la ricerca messianica di un management capace di rilanciare un business che in tutta Europa ormai è esangue (e ci sarà un perché). «Ad Alitalia ci vorrebbe l’esorcista» è l’indimentic­ata battuta fatta nel 2008 da un ex ad della compagnia, Maurizio Prato, che dovette rompere con Air France-Klm alla vigilia dell’accordo. Ora l’accusa lanciata giovedì scorso dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sulla cattiva gestione della compagnia, lascia presagire che il ricambio dei vertici ci sarà anche questa volta, come sempre. Saranno nominati advisor, verranno consultati cacciatori di teste e ci si volterà indietro, come si sta già facendo, per recuperare un «pilota», capace di prendere la cloche al volo senza perdere ulteriore quota. Sarà per questo che da qualche giorno «radioAlita­lia» rilancia il nome di qualche vecchio «capitano coraggioso», magari uno di quelli che aveva quasi afferrato il pareggio di bilancio, un riferiment­o che sembra tagliato su misura per Rocco Sabelli, l’ad del «piano Fenice» che lasciò Alitalia quando comprese che la fusione con Air France, punto di approdo necessario di quel progetto, non si sarebbe mai fatta. Il quotidiano La Stampa invece ha fatto apertament­e riferiment­o a Corrado Passera che di quel piano fu l’ideatore e il finanziato­re. A volte (forse) ritornano.

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