Corriere della Sera

Quelle squadre senza ciclisti in Sicilia Zeppe solo di dirigenti (che votano)

Oggi si elegge il presidente federale, ma il caso delle società fantasma pesa sul congresso

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«Le racconto una barzellett­a: durante Villarreal-Barcellona mi avvicino a Iniesta per marcarlo e gli chiedo se mi dà la sua maglietta nell’intervallo. Lui dice di sì e nel tunnel se la toglie e me la dà: io faccio per andarmene, ma lui un po’ stupito chiede la maglia a me. Mi sono messo a ridere e gliel’ho data. Non pensavo la volesse».

Eppure lei, Nicola Sansone, al Barça aveva appena segnato. Si aspettava un impatto così buono nella Liga?

«Non mi aspettavo di poter far così bene e di inserirmi nel gioco spagnolo. Mi sono adattato in fretta, ma ho trovato anche la squadra giusta, con compagni di qualità che sanno passare la palla e questo per un attaccante è fondamenta­le. Poi io ci metto il 100%. E anche qualcosa di più».

A proposito di percentual­i: le dice niente 35%? È il suo rapporto tiri in porta/gol: il migliore della Liga, anche di Messi e Ronaldo.

«Dovrei ridere, come ho fatto con Iniesta. Ma mi fa molto piacere: vuol dire che ho lavorato bene, perché quando sono arrivato in Italia dal Bayern Monaco, prima a Crotone e poi

Qui il gioco è più fluido, in A tattico Prandelli via da Valencia? Un po’ ridicolo Non è vero che non sono italiano, anzi Un giorno mia moglie mi farà da procurator­e

Immaginate un campionato a 180 squadre dove un team su due non disputa nemmeno una partita perché non ha giocatori. Calcio? No, ciclismo in Sicilia. Nell’isola da cui Vincenzo Nibali è emigrato a 16 anni, metà delle società affiliate alla Federcicli­smo schiera presidenti, vicepresid­enti, dirigenti, segretari, accompagna­tori, allenatori e massaggiat­ori. Ma nessun atleta.

La Sicilia ha numeri da potenza ciclistica: solo Lombardia, Veneto, Piemonte e Toscana vantano più società. Oggi al congresso elettivo di Rovereto dall’isola sono sbarcati 16 delegati (designati in base al numero di dirigenti affiliati e non di atleti), decisivi per orientare l’elezione del nuovo governo federale. L’emblema del ciclismo fantasma siciliano è Terme Vigliatore, 7.400 abitanti, borgo della costa messinese. È il paese con più società ciclistich­e per abitante d’Italia. I suoi dieci club vantano 50 dirigenti e 10 atleti, quasi tutti bambini delle elementari. Casi analoghi si verificano in piccoli comuni delle province di Ragusa, Siracusa,

«Difendiamo bene, ma attacchiam­o con tutti i giocatori. Non facciamo solo contropied­e. Anche se contro Real o Barcellona sei quasi costretto a difendere e ripartire: ma con loro abbiamo pareggiato e con l’Atletico abbiamo vinto».

La differenza principale tra Liga e Serie A qual è?

«Il gioco qui è più tecnico, più fluido e offensivo. In Italia è più tattico e ordinato: ma questo è anche un vantaggio, abbiamo ottimi allenatori».

Qual è il segreto della Spagna che domina in Europa, non solo con Barça e Real?

«Quello che fa la differenza è la ricerca del gioco. E poi il fatto che qui cercano di utilizzare i canterani, i ragazzi del vivaio: questo dà un notevole senso di appartenen­za. Squadre come il Celta Vigo o il Las

«Allora lo vedevo in tv, non saprei dirlo. Ma è un giocatore fantastico, con un talento incredibil­e. Vedo i suoi movimenti e cerco di imparare».

Il suo ex compagno Zaza a Valencia può rilanciars­i?

«Sì. La situazione è difficile, ma lui ha carattere e la Liga è molto diversa dalla Premier».

La crisi ha travolto anche Prandelli. Lei che a Valencia ci vive che idea si è fatto?

«Non so dire perché Prandelli non sia riuscito a far bene. Ma trovo un po’ ridicolo che prima abbia detto in una conferenza che chi non aveva voglia doveva andarsene e poi lui sia stato il primo a lasciare. Anche se va detto che là sono già passati 4-5 allenatori».

In Nazionale lei cosa può dare di diverso in attacco?

«Posso fare più ruoli, anche se preferisco fare la seconda

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