«Io, mamma di un genietto che prende note e punizioni Si annoia e nessuno lo aiuta»
I compagni lo prendono in giro, per loro è lo scienziato
messo in punizione, ma non capiscono che lui ha bisogno di aiuto, non di punizioni continue».
Che tipo di aiuto?
«Edoardo è bravissimo in tutte le materie. È in terza elementare e sulla pagella non sanno che cosa mettergli più della lode accanto a tutti dieci. Ma si annoia. Si annoia perché quello che sente lui lo sa già. E allora si alza, si agita. E così viene punito... Ma ora dovrebbero aiutarlo a essere stimolato».
In che modo?
«Noi lo abbiamo mandato un anno avanti e più di così non potevamo fare. Adesso potrebbero aiutarlo un po’ a scuola. Ci sono tanti, giustissimi, sostegni per bambini che non ce la fanno, si potrebbe pensare anche a qualche sostegno per i bambini che ce la fanno troppo».
Com’è la giornata di Edoardo?
«Adesso, per fortuna, sembra abbastanza normale. Ha trovato un gruppetto di amici e si scrivono su WhatsApp. Ma chissà quanto dura. Lui cambia spesso idea».
Per esempio?
In famiglia Edoardo con la mamma Alessia Pietrosanti e il papà durante la giornata dei bimbi iperdotati
«Faceva pallacanestro, ma si è stufato. Ora fa pugilato e non ho idea di quanto vorrà andare avanti. È irrequieto. La sera per farlo rimanere a tavola a mangiare dobbiamo intrattenerlo con discorsi impegnati, altrimenti si alza e nemmeno mangia. Non è facile. Alla fine della prima elementare i nonni gli hanno regalato dei soldi per comprarsi quello che voleva. E lui cosa è andato a comprarsi?».
Cosa?
«Il dizionario d’inglese, con i sinonimi e i contrari. Adesso tutte le sere si mette lì a studiarlo».
E impara?
«Ha una memoria fenomenale. Edoardo non studia mai, ma prende sempre tutti dieci e lode. Non so come fa, ma non gli dico niente. So soltanto che non abbiamo mai ripetuto una lezione insieme. Mai. Del resto, lo sa cosa faceva a tre anni?».
Cosa faceva?
«Aveva un album di figurine dei calciatori. Bene, quando apriva un pacchetto nuovo di figurine non aveva bisogno di andare a verificare se la figurina ce l’aveva già in pagina oppure no. Lo sapeva dire subito. E non sbagliava mai».