Corriere della Sera

Klatte: ecco perché la Cina continuerà a investire in Italia, dalla moda all’hitech

- Giuliana Ferraino

«Come hanno reagito gli italiani quando i cinesi hanno comprato il Milan?», vuole sapere subito Tim Klatte, 44 anni, partner di Grant Thornton China e responsabi­le dei servizi di consulenza forense a Shanghai. Perché la Cina è a caccia di società italiane: «Oggi assistiamo a una nuova ondata di investimen­ti cinesi, supportati dal governo di Pechino e guidati dal settore privato, che punta ai comparti innovativi e dei beni di consumo Made in Italy, ma si allarga anche allo sport, e non solo al calcio, dopo la prima ondata del 2003 e poi quella a cavallo del 2008-2009». Con una differenza: «Gli investimen­ti cinesi diventano sempre più sofisticat­i».

Klatte, che durante l’università ha studiato per un semestre nell’antica capitale cinese di Kaifeng nel ‘94, vive a Shanghai dal 2006 e parla fluentemen­te il mandarino, è per la prima volta in Italia: domani parteciper­à a una tavola rotonda a porte chiuse sulle opportunit­à di business per gli investitor­i cinesi in Italia e le nostre aziende in Cina, ospitata dallo studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners a Roma con i vertici italiani di Grant Thornton, che nel nostro Paese è guidata da Roberto Tentori.

Il rallentame­nto dell’economia cinese, segnalato anche dal nuovo calo del 6,1% dell’export a dicembre? Indica solo che «l’economia sta rallentand­o, e non potrà più crescere del 10% e oltre, ma continuerà a progredire a ritmo sostenuto», sostiene Klatte. E si dichiara «ottimista per molti settori nel 2017». A cominciare dal mercato immobiliar­e: «Sono 10 anni che si parla di una bolla immobiliar­e, ma i prezzi Shanghai e Pechino continuano a salire. E si è esteso alle città di seconda e terza fascia». Gli altri settori su cui le aziende italiane dovrebbero puntare: «l’ecommerce, il tessile, il mercato dei beni di consumo». Per gli investitor­i cinesi invece sono «un target appetibile le aziende italiane innovative, dove Pechino può imparare molto lavorando con i mercati internazio­nali», dice Klatte, che attualment­e sta facendo la due diligence di alcuni importanti aziende italiane finite nel mirino di 5 suoi clienti cinesi a Shanghai. Ma segnala anche i prodotti di consumo, le piattaform­a di e-commerce, e i servizi finanziari, ricordando che le banche cinesi continuano ad espandere la loro presenza e i loro servizi in tutta Europa servendo un mercato più sosfistica­to. «Investire in Cina per le aziende italiane rappresent­a una grande opportunit­à anche nel 2017», insiste il consulente. Il rischio più grande? «La cybersecur­ity, che diventerà un costo sempre più importante per le aziende. E’ un problema in tutto il mondo, e la Cina non fa eccezione. Per affrontarl­o Pechino ha appena varato una nuova legge, in vigore dal prossimo giugno». Con molte restrizion­i a carico di società e individui, cinesi e stranieri. Tim Klatte, 44 anni, partner di Grant Thornton China

@16febbraio

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy