Il caso Costa infiamma il mercato dei bomber ma non spegne Conte
Demolito il Leicester di Ranieri, il Chelsea non si ferma
Palleggio Diego Armando Maradona, 56 anni (Epa)
Chi pensava che per risolvere il pasticciaccio sarebbe bastata la sua frasetta notturna un filo ruffiana su Instagram («Come on Chelsea!!!» con tanto di cuoricino blu e 153.456 like registrati alle 18.30 di ieri sera, al momento cioè del fischio d’inizio del match contro il Leicester, vinto dai suoi colleghi 3-0) si sbagliava di grosso: il caso Diego Costa non rientra, anzi s’allarga come una macchia, sempre più, e potrebbe scendere a sud forse anche fino all’Italia. Perché così stanno le cose: ieri, mentre Lo spagnolo verso la Cina, l’ex c.t. ha nel mirino Morata, Llorente ma anche Belotti
al King Power i Blues riuscivano a sfangarla anche senza il loro centravanti titolare lasciato a casa in castigo dopo la lite furibonda con Conte, il Tianjin Quanjian di Cannavaro pianificava la sua serissima offensiva con la collaborazione del potentissimo agente Jorge Mendes. Il quale nei primi giorni della prossima settimana incontrerà Abramovich e gli farà più o meno questo discorsetto: «Al mio cliente è arrivata un’offerta da 35 milioni di euro l’anno, e per prenderlo sono pronti a darvene 91. Se però proprio ci tenete, aumentategli l’ingaggio e resta qua».
Il nodo è però la cifra del rilancio, qualcosa come 15 milioni a stagione contro i 10 attuali: una controproposta che non è poi così diversa da un ricatto ma che i Blues sarebbero intenzionati a rigettare, un po’ perché Costa farà 29 anni a ottobre e non è più un ragazzino,
La pista Belotti
un po’ perché accettando salterebbero i delicatissimi rapporti di spogliatoio, con la fila dei procuratori fuori dalla porta già al mattino successivo.
Ecco perché l’ipotesi di un trasloco in Oriente già a gennaio si fa sempre più concreta, un’eventualità che porterebbe con sé due conseguenze. La prima riguarda nello specifico Conte e il Chelsea, che non potrà cavarsela sempre con i gol di terzini (l’ex viola Alonso, doppietta) e mezzepunte (Pedro) come è successo ieri contro Ranieri, e che quindi dopo aver perso Oscar, finito allo Shanghai Sipg per 60 milioni, saluterebbe anche la sua punta totem da 14 gol in 19 partite. «I soldi dei cinesi saranno un problema per tutti» aveva detto il manager leccese un mese fa: ci aveva visto bene. L’altra conseguenza è il fiume di denaro che l’affare metterebbe inevitabilmente in circolo. Pure ieri piuttosto di concedere una chance al sostituto naturale di Costa, l’incostante Batshuayi, Conte ha ridisegnato il 3-4-3 mettendo Hazard centravanti: una trovata vincente che dimostra come i meccanismi siano sempre più rodati, ma è evidente che un sostituto sarebbe necessario.
E qui c’entriamo noi, perché oltre a Morata del Real Madrid e Llorente ora allo Swansea resta caldissima l’ipotesi Belotti che all’ex c.t. piace da matti e che ha una clausola da 100 milioni, più o meno la cifra incassabile per Costa. C’è solo un problema: il Gallo vorrebbe restare al Toro fino a giugno per compiere il definitivo salto di qualità, mentre a Conte l’attaccante serve ora, adesso, subito. Quindi?