Corriere della Sera

La Juve perde a Firenze La Roma si avvicina: campionato riaperto

La Fiorentina le impartisce una dura lezione A segno Kalinic e Badelj, Higuain accorcia

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Alessandro Bocci

I gialloross­i a -1 dalla capolista che però deve ancora recuperare la partita col Crotone

La Fiorentina balla con la sua gente dentro il Franchi pieno di passione: gioca, soffre, vince contro la Juve davanti a Matteo Renzi nella notte più bella della sua altalenant­e stagione. E insieme ai viola fa festa mezza Italia: soprattutt­o la Roma, seconda a meno uno e il Napoli, terzo a meno quattro dalla appannata capolista che però ha a disposizio­ne un salvagente, ovvero una partita da recuperare (a Crotone). Ma la quarta sconfitta dell’anno, sempre in trasferta, è un campanello d’allarme significat­ivo per i bianconeri. Allegri chiedeva una squadra in grado di comandare il gioco e invece la regina è lenta, spenta, in difficoltà sul pressing ossessivo della Fiorentina e soltanto dopo aver rimediato due gol, firmati da Kalinic e da Badelj con la collaboraz­ione del giovane Chiesa, si scrolla di dosso la strana apatia che l’assale per tutta la serata. La BBC, in campo dopo 80 giorni, naufraga; il centrocamp­o è spento e involuto. Soltanto Higuain, che riaccende la partita e sfiora il 2-2, lotta alla pari dei rivali.

La Fiorentina vince il suo derby e riapre il campionato anche se l’Europa per i viola resta molto lontana. Sousa, candidato alla panchina bianconera, batte i rivali per la prima volta dopo tre sconfitte. E Kalinic, che sblocca il risultato, segna un gol che potrebbe essere l’ultimo italiano visto che i cinesi di Cannavaro non hanno mollato il pressing. Firenze però per una notte pensa soltanto a far festa.

Paulo Sousa conferma Sanchez in difesa, aggiunge un centrocamp­ista a scapito di Ilicic in un 4-4-1-1 che diventa 3-4-2-1 in fase di attacco con il rientrante Borja Valero sulla stessa linea di Bernardesc­hi. È la mossa vincente. La prima mezz’ora della Viola è quasi perfetta e assomiglia ai primi mesi dell’anno scorso quando Paulo veniva considerat­o un profeta. Calcio intenso, veloce, verticale, fatto di pressing e accelerazi­oni.

La Juve, schierata con l’annunciato 3-5-2, è come imbambolat­a sotto gli occhi del c.t. Ventura. La Fiorentina ha tre occasioni nel giro dei pri-

mi 11 minuti, per due volte Buffon ci mette del suo su Vecino e sul giovane Chiesa, una volta (sullo stesso uruguaiano) viene salvato dal palo. Il gol di Kalinic, una rasoiata nell’angolino, mette in evidenza le qualità di Bernardesc­hi che serve al compagno un assist sontuoso. La Juve nel primo tempo ha una sola occasione: un tiro ravvicinat­o di Higuain respinto dalla coscia di Maxi Olivera.

Anche nel secondo tempo la Viola parte forte. Buffon per due volte in uscita evita il gol, ma viene sorpreso dal lancio di Badelj che Chiesa prova a spizzicare senza toccare il pallone: il gesto è sufficient­e a ingannare il portiere. La Juve ha l’abilità e la fortuna di rientrare in partita nel giro di quattro minuti con Higuain, ma non ha la forza e la cattiveria necessaria per pareggiare nonostante l’inseriment­o di Pjaca e Mandzukic. Gonzalo rischia il rigore, Tatarusanu para su Higuain e Dybala spreca sotto la Fiesole. Ma l’occasione migliore è di Ilicic, appena entrato, per il 3-1. Firenze gode, la Juve trema.

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Primo gol Kalinic si infila nella difesa della Juventus e realizza l’1-0 (Afp)

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