Duello sulle elezioni Alfano: larghe intese? Sì da Renzi se servirà
Salvini e Meloni attaccano Berlusconi: assurdo l’asse con l’ex premier, urne subito
Per il leader di Forza Italia, pronto a ricandidarsi bisogna andare alle urne «nel tempo più breve possibile, ma con un sistema razionale»
Silvio Berlusconi dice che sarebbe bene votare «al più presto», anche se non lo vede molto facile visto il lavoro che ci sarà da fare sulla legge elettorale. Matteo Renzi mette in guardia dal rischio di trovarsi «come nel 2013» in una situazione in cui si è trascinato troppo oltre un governo «per senso di responsabilità del Pd» e si è pagato «un tributo elettorale», ma assicura di non avere «fretta: decideremo quel che serve all’Italia, senza ansie».
Il combinato disposto delle interviste rilasciate dal leader di Forza Italia al Corriere della Sera e dal segretario del Pd alla Repubblica lasciano a molti nel mondo politico la sensazione che le urne siano più lontane. «Diciamo che non si vede all’orizzonte uno showdown immediato, entrambi i leader sventolano la propria bandiera ma con saggezza», dice Maurizio Gasparri per FI, mentre dall’altra parte Federico Fornaro, della minoranza pd, nelle parole di Renzi legge la «conferma che i bollori per andare al voto il prima possibile sono ampiamente diminuiti». Deve avere avuto la stessa — per quanto lo riguarda brutta — impressione anche Matteo Salvini, che in un tweet boccia i due leader che vede pericolosamente in sintonia: «Renzi e Berlusconi non escludono accordi e intanto votano Salvabanche. Voto subito!», pretende il leader leghista.
Molto duri su quella che appare una pericolosa liaison politica sono anche gli altri alleati di centrodestra: «Speriamo che Berlusconi smetta di rincorrere Renzi con interviste da innamorato deluso e scenda in piazza con Forza Italia in difesa della sovranità nazionale. È l’occasione per fare una scelta di campo e dire con chiarezza se si è alternativi alla sinistra o se si spera segretamente di divenire suoi complici», dice Giorgia Meloni, leader di FdI. E Raffaele Fitto nelle due interviste vede «un quadro preoccupante», con Renzi che non fa autocritica e Berlusconi affascinato da proporzionale A Firenze L’ex premier Matteo Renzi ieri sera in tribuna allo stadio per assistere a FiorentinaJuventus con il ministro Luca Lotti (Ansa) di una decina di giorni almeno dalla pronuncia della Corte. Da quel momento si potrà aprire un tavolo, ma di mettersi a correre fin da ora per arrivare a uno scioglimento delle Camere entro aprile (ultima data utile per votare a giugno) non hanno voglia in tanti. Nemmeno nel centrosinistra, se è vero che anche il sindaco di Milano Beppe Sala, in una lettera al Corriere, ieri spiegava come non fosse «né scontato né opportuno» andare al voto presto, e tantomeno dare l’impressione di uno scambio sulla legge elettorale per ottenere le urne subito.