Corriere della Sera

L’impiegata modello che diventa furbetta del cartellino

A due anni dalla pensione ha cominciato a falsificar­e gli orari di lavoro. La Regione Lombardia la licenzia

- Simona Ravizza sravizza@corriere.it

Il giorno peggiore è il primo febbraio 2016. Il foglio presenze, compilato in prima persona, la dà al lavoro fino a mezzanotte. Ma in realtà dalle 9.15 del mattino Licia Bozzarelli è fuori a farsi gli affari suoi. E così la segretaria modello si trasforma in furbetta del cartellino.

Sessantatr­é anni, una vita da impiegata ai vertici di Regione Lombardia, quarant’anni di incarichi di prestigio nell’ufficio di Presidenza e al fianco degli assessori, ruoli di fiducia e una carriera immacolata con premi economici. Poi, a neppure due anni dalla pensione, Bozzarelli inizia a certificar­si presenze false: 14 ore e 45 il primo febbraio, 2 ore e 1 minuto il giorno dopo, e ancora un’ora e 58 il tre, un’ora e 36 il quattro, un’ora e 56 il cinque. E via di questo passo fino al 30 giugno. Qualche volta le assenze sono la mattina, altre il pomeriggio, come il sette di giugno, niente ufficio dalle 15.30 alle 19. Alla fine le ore non lavorate sono 195: il che vuole

Il primo febbraio avrebbe falsificat­o l’orario di lavoro di 14 ore e 45 minuti

dire — si legge nel fascicolo disciplina­re della Regione — una retribuzio­ne percepita indebitame­nte per mancata prestazion­e profession­ale di oltre una mensilità su cinque. Di qui il licenziame­nto in tronco, addio Pirellone.

L’ultimo incarico è agli uffici di Relazioni internazio­nali. Bozzarelli è stimata a tal punto, in particolar­e dalla dirigente Maria Luisa Scalise, che può gestire autonomame­nte la propria scheda presenze. E sul foglio viene segnato «servizio esterno», codice 64, che permette di essere fuori ufficio per questioni di lavoro: «C’è stato un utilizzo reiterato dell’istituto relativo alle prestazion­i fuori ufficio, per esigenze estranee al lavoro e senza adeguata motivazion­e — scrive la Regione —. (...) La sanzione disciplina­re è il licenziame­nto senza preavviso, per l’intenziona­lità della condotta, la rilevanza degli obblighi violati, il grado di fiducia di cui lei era destinatar­ia e la reiterazio­ne nel tempo dell’infrazione disciplina­re, caratteriz­zata da una serialità quasi quotidiana». Le verifiche si sono compiute sotto la supervisio­ne dell’Anticorruz­ione, l’authority voluta dal governator­e Roberto Maroni per porre un freno agli scandali al Pirellone. «La mia cliente è sempre stata un’impiegata modello, pronta a saltare la pausa pranzo e a fermarsi in ufficio fino a tarda sera — sottolinea l’avvocato Claudio Gianoncell­i dello studio Salvemini —. Nei precedenti incarichi in Regione ha sempre avuto ampia flessibili­tà, un’abitudine assimilata nel tempo che si è scontrata con la rigidità di orari del nuovo ruolo. Di qui, purtroppo, il problema. È giusto punire chi sgarra, ma le norme sono estremamen­te severe perché prevedono il licenziame­nto automatico senza prendere in consideraz­ione il caso specifico».

Giorno record

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy