In campagna si sta male?
Una ricerca statunitense: «Lontano dalle metropoli più morti evitabili» Lo scrittore Mauro Corona: «Ma quello che salva è stare in movimento»
per le cinque le principali cause di morte, e cioè malattie cardiovascolari, tumori, insufficienza respiratoria cronica, incidenti, ictus. In particolare nel 2014 il 42,6% delle morti per malattie cardiovascolari nelle zone rurali, il 57,5% di quelle per incidenti e il 54,3% di quelle per insufficienza respiratoria cronica (di solito bronchite cronica ed enfisema) erano evitabili, contro rispettivamente il 27,8%, il 39,2% se il 30,9% di quelle nelle zone urbane.
Un dato preoccupante, che però non scoraggia chi ha scelto di vivere lontano dalle città. «Per quel che mi riguarda, qui il vantaggio è che posso seguire i miei ritmi, ma non sono confinato alla vita di campagna I decessi evitabili tra gli under 80 negli Stati Uniti (dati in % divisi per causa di morte) 60 50 40 30 20 10 0
aree rurali Malattie del cuore
aree urbane Cancro Lesioni involontarie — dice il fotografo Oliviero Toscani, 74 anni, che ha scelto come base Casale Marittimo, sulle colline nell’entroterra pisano della Costa degli Etruschi —. Mi alzo la mattina, vado nel pollaio a bere l’uovo più caldo e poi in aeroporto
Malattie respiratorie
croniche
per un lavoro a Parigi. Ciò che fa bene è soprattutto vivere nel posto in cui si sceglie di vivere, non dove si è obbligati. Poi dipende ovviamente dalla campagna: ce ne sono alcune che sono avvelenate dai prodotti chimici, soprattutto negli Stati Uniti». Secondo lo studio della Cdc, però, la differenza nei tassi di morti in eccesso tra aree metropolitane e campagna c’è anche all’interno degli stessi distretti sanitari. E i ricercatori puntano il dito, più che sulle caratteristiche ambientali, sulla disparità di condizioni sociali e di stile di vita della popolazione rurale rispetto a quella urbana: la prima, infatti, spesso fuma di più, soffre di più di ipertensione e obesità e si muove di meno nel tempo libero.
Il fattore scarso movimento è quello fondamentale secondo Mauro Corona: «La salute è proporzionale a quanto ci si muove — dice da Erto, mentre sta per andare a fare sci di fondo —. E non parlo dello sforzo sportivo sporadico, ma dei 40 minuti al giorno di attività regolare: noi siamo stati progettati per muoverci. Se non lo facciamo stiamo male».
Di certo a spiegare il più alto numero di morti nelle zone rurali ci sono aspetti che con gli effetti della natura e dell’aria buona sulla salute hanno poco a che fare. La disponibilità di servizi medici d’emergenza per esempio: in caso di infarto anche pochi minuti in più di ambulanza possono fare la differenza. O anche, notano i ricercatori americani rispetto ai decessi per incidenti, la tendenza più diffusa in campagna a non allacciare le cinture di sicurezza in auto.
@elenatebano