Corriere della Sera

La virilità (sexy) dei nuovi abiti

Tessuti della tradizione, tendenza militare e il dolcevita che spesso sostituisc­e la camicia Un guardaroba meno eccentrico e più di sostanza. È il tramonto del genderless?

- Maria Teresa Veneziani

«Avant Craft»: Pal Zileri mette in scena il suo spettacolo nella settecente­sca Rotonda di via Besana: dodici sarte mostrano alcune delle fasi chiave che danno vita agli abiti. Chi batte sul pedale della macchina per cucire, chi passa l’ago a tempo record nell’interno maniche, chi segna gli spacchi con il gessetto. Il risultato è già sui modelli. «Tocco umano, tessuto della tradizione — quelli Anni 70 degli esordi della griffe vicentina — e visione tecnologic­a», commenta il designer Mauro Ravizza Krieger. Dal formale al disinvolto: gessati, pied-de poule, scozzesi, Principe di Galles per due e tre pezzi nei toni di grigio, nero e bianco, ravvivati da bagliori di senape. Sono indossati con il dolcevita anche portato sotto la camicia. Il completo doppiopett­o è in velluto orange o verde oliva. «Abiti che raccontano di un uno che li sceglie per la maniera in cui cadono addosso» dice il ceo Giovanni Mannucci.

Lanificio Colombo dimostra come si rendono dinamiche le fibre nobili: il parka blu con cappuccio in doppio cashmere, la t-shirt pied-de-poul nei toni del grigio, un po’ over. Il cardigan otto fili diventa giacca outdoor, la vicuna un caban imbottito con colletto in cincilla.

Si può prevedere che la nuova eleganza farà bene all’Italia.

Sono Made in Italy i completi Cifonelli, marchio creato nel 1880 dal sarto Giuseppe, che negli Anni 50 vestì da Clark Gable a Cary Grant, da Charlton Heston a Fred Astaire. Oggi molto noto soprattutt­o a Parigi, dove ha aperto una delle più grandi sartorie, a Milano ha presentato il suo pret à porter sartoriale. Il designer John Vizzone racconta che all’inzio i modelli sono diffidenti «ma poi subito si sentono sexy come attori»: il cappotto Principe di Galles grigio fumo con il collo in cincillà è chiuso con la cintura annodata e portato con il Borsalino. Il cappotto cammello ha il colletto di velluto. «La moda guarda all’essenza più che al sensaziona­lismo. È mascolina e potente», osserva Vizzone. Il genderless inteso come confusione dei generi sembra al tramonto.

Anche Eleventy dà una svolta più maschia, stuzzica il businessma­n (del mercato americano) con i blazer che stanno in una mano, portati anche sotto al chiodo o la giacca in maglia con la cintura legata: la sfili e sei pronto per la scrivania. Il jeans ha i tasconi applicati come le tute da lavoro. Giuseppe Zanotti s’ispira alle scarpe dei pompieri («malesiano, polacco, giapponese») per polacchini con la zip davanti e la punta rinforzata. Ma c’è anche la pantofola in seta con i dragoni decorati oro. La sneaker in velluto è bianca ma poi viene spruzzata a mano, quella in pelle è ricoperta da un film di gomma stampata pixel. «Tocco manuale e tecnologic­o...».

Parla di cultura del fare e desiderio di innovare anche Giuseppe Santoni. Esperti lucidatori mostrano come si cura una scarpa dal pellame pregiato. La doppia fibbia ha un aspetto vintage, e c’è anche la versione con il visone all’interno. Valextra celebra gli 80 anni mettendo in mostra i pezzi della storia che continuano ad essere prodotti, dal portafogli piatto del 1941 alla borsa da viaggio del 1960, fino ai nuovi zaini. A proposito di retrospett­iva, Rossignol rifà i maglioni degli sciatori Anni 70, in versione over, i giubbini (metà nylon metà lana o pelle) hanno la fodera celebrativ­a «100 anni di leggenda». La moda ha bisogno di storia.

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