Presentazioni per lui e per lei Il White cresce

Al White, il salone contemporary di zona Tortona, si incontrano tipi come Diego Venturino, bolognese, diplomato all’Istituto d’arte e appassionato di grafica. A Milano ha portato le t-shirt «Bersaglio d’arte»: ci sono quelle con le facce ricreate, metà Dalì e metà Warhol che urlano, o Haring e Basquiat abbinati, e poi c’è il box sportivo con i campioni del basket mischiati agli affreschi della Cappella Sistina. Altro giro per gli stand, altra griffe: Youareu è il brand napoletano creato da una coppia italo- russa che ha brevettato (in 27 Paesi) la camicia con chiusura calamitata: «Va in lavatrice e passa sotto il metal detector». Arriva dalla Finlandia Aalto (onda), marchio con base a Parigi disegnato da Tuomas Merikoski, con esperienze da Givenchy e Louis Vuitton e finalista del Lvmh prize. Nell’area «Revolver inside White» si trova Packmack®, brand di giacche sportive antipioggia (vendute nella loro bustina a circa 80 euro), nato dall’idea del designer danese Trine Rosenkjaer e da un gruppo ex dirigenti di importanti griffe sportive. Inaugurato nel 2000 con 19 marchi espositori, White — patrocinato dal Comune di Milano — ha aperto la sua edizione Man & Woman 2017 con 270 marchi (+18% rispetto all’edizione di gennaio 2016). «La formula uomo e donna presentati insieme si è rivelata vincente in un’ottica di un’ottimizzazione dei costi», dice il fondatore del salone Massimiliano Bizzi. E come da tradizione il White supporta un guest designer. Oggi allo spazio Base di via Bergognone va in scena la sfilata del brand danese Wood Wood, già amato dai buyer internazionali, inserito nel calendario della Camera della Moda. Tra gli altri emergenti da tenere d’occhio il designer indiano Suketdhir, vincitore nel 2016 del Woolmark’s Prize Award, ritenuto una promessa del menswear. A Milano (per la prima volta) ha portato completi in cashmere con stampe ispirate al mondo della natura: le giacche in grisaglia sono piene di piccoli fiori verdi.