Corriere della Sera

Se il totalitari­smo è giudiziari­o

- Di Pierluigi Battista

ARoma non si sa dove e quando e come potranno essere collocate le bancarelle dei libri (che ci sono da sempre, e sono un meraviglio­so momento di sosta) perché lo deve stabilire la magistratu­ra. Nel Texas la Apple è stata messa sotto accusa giudiziari­a perché un automobili­sta, usando FaceTime mentre era alla guida, aveva violenteme­nte urtato un’altra macchina provocando la morte di una bambina che era a bordo. La colpa è di aver inventato la app per le videochiam­ate senza la funzione che la disattiva nei veicoli in movimento. Cioè la colpa non è solo del deficiente criminale che fa videochiam­ate mentre guida, ma della società che non ha previsto l’esistenza di un deficiente criminale che guarda dentro al telefonino ammazzando la gente con la macchina che guida. Intanto in Italia si stabilisce che le leggi elettorali non le fa il Parlamento ma la Corte Costituzio­nale. La quale Corte Costituzio­nale aveva già deliberato su importanti provvedime­nti di politica economica del governo, come l’intervento sulle pensioni. Con l’approvazio­ne della legge sulle unioni civili, pare non abbia molta importanza la disciplina della stepchild adoption perché valuterann­o i magistrati caso per caso. E del resto, l’assenza di una legge sul testamento biologico demanda alla magistratu­ra anche l’ultima parola sui temi decisivi come la vita e la morte. La magistratu­ra francese può decidere se a un intellettu­ale è permesso di sottolinea­re i pericoli dell’islamismo politico senza essere portato in tribunale come «islamofobo». In Italia la magistratu­ra può disporre il sequestro giudiziari­o, con conseguenz­e economiche notevoliss­ime, della centrale termoelett­rica di Vado Ligure mentre in un’altra regione un’altra centrale identica può continuare a lavorare con gli stessi livelli di inquinamen­to accertati dalle autorità sanitarie e ambientali. Cosa ci dice questa macedonia di casi tanto diversi tra loro? Cosa hanno in comune tutti questi episodi? Hanno in comune in tutto il mondo lo strapotere della dimensione giudiziari­a su ogni altro aspetto della vita pubblica. La «giuridiciz­zazione» radicale e totale dei rapporti sociali, politici, economici, antropolog­ici in cui si imbatte l’umanità. L’idea che l’ultima parola spetti sempre a un’autorità giudiziari­a. In Italia e ovunque. Vi sentite tranquilli nel mondo del totalitari­smo giudiziari­o?

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