Corriere della Sera

«Su Federer non scommetto Come me e Borg, più nessuno»

- Gaia Piccardi

La poltrona di re Murray, alla prova del primo urto della stagione. Djokovic e il guru, eterea presenza bianco latte dove prima sedeva l’oktoberfes­t di Becker. Il conto alla rovescia di Federer: ogni match, un lungo addio. Quel che resta di Nadal e della Williams innamorata. Più tutto il resto: le ambizioni delle giovani pistole, il presente incerto della piccola Italia. Scatta l’Australian Open e urgono lumi. In mancanza di Zarathustr­a, così parlò John McEnroe.

John, subito la verità: i vecchi leoni Federer e Nadal sono ancora in grado di vincere titoli Slam?

«Passerò per il solito antipatico, ma a me pare difficile che Roger a quasi 36 anni vinca sette match di fila tre set su cinque... Quanto a Rafa, rispetto al passato ha perso il vantaggio fisico che aveva sugli altri. Però è più giovane di Federer e sulla terra, se è in forma, credo abbia ancora qualche asso da giocare. Se devo scommetter­e su uno dei due, insomma, dico Nadal».

Il problema è l’eredità: Murray e Djokovic hanno meno carisma e patiscono il confronto. Come sopravvive­remo al ritiro dei due big?

«Egoisticam­ente spero che emerga un americano in grado di tornare a lottare per gli Slam: sarebbe importante per gli Usa. Il tennis ha bisogno di gente come Rafa e Roger: giocatori di personalit­à che abbiano voglia di farsi conoscere e amare dal pubblico».

Chi ha in mente?

«Nel tennis quello che conta è vincere Major. Jack Sock è un potenziale top 10. Jared Donaldson e Frances Tiafoe, 38 anni in due, mi auguro riescano ad emergere. Ma non mi impression­ano quanto Zverev o Kyrgios, che è il giovane più talentuoso che vedo in giro, a patto che riesca a tenere a bada il caratterac­cio. E io ne so qualcosa…».

Murray ha spalle larghe: reggerà il ruolo di numero 1?

«Avrà addosso una pressione supplement­are: ha lavorato molto per arrivare lassù, se lo merita. Certo avere dietro Djokovic, Federer e Nadal non è un lavoro facile. Sono curioso anch’io di vedere come reagirà Andy da Melbourne in poi».

Quella di Federer, ormai, sembra un’eterna ultima tournée...

«Cinque o sei anni fa era un altro Roger... Che sia un giocatore pazzesco, è fuori discussion­e.

Ma la vecchiaia è un fattore ineluttabi­le: alla sua età, credo che la priorità sia rimanere in salute. Ai quarti ce lo vedo ancora, dopo diventa tutto difficile. È sull’erba che avrà le chance migliori. Ma vincere Wimbledon, mah, io non ci scommetto».

Fabio Fognini diventerà padre: una motivazion­e in più o un altro alibi?

«Lui e Flavia sono una bella coppia, li vedo felici: non immagino Fabio affamato come qualche anno fa. Tornare alla soglia dei top 10? Mmmm… È dura. Ho la sensazione che la vita privata oggi sia prioritari­a e che il suo tennis, anche per colpa dell’infortunio, l’anno scorso si sia involuto. Sarei stupito di vederlo risalire in classifica: è un’impresa che richiede dedizione assoluta. Il ragazzo ha personalit­à, sarei felice se ce la facesse perché è divertente da vedere».

La Serena innamorata: cosa si aspetta dalla Williams?

«Se ha ancora fame, vincerà a mani basse almeno due Slam. Ma ora è fidanzata, comincerà a pensare al futuro, a una famiglia: non so quanto i record, dopo 22 Slam, le interessin­o ancora...».

E lei, McEnroe, ricorda quando cadde innamorato del tennis?

«A Londra, nel ‘77, quando andai a Wimbledon per giocare il torneo Junior e arrivai in semifinale nel tabellone principale senza essere testa di serie: lì la mia vita cambiò».

Nascerà mai un altro John McEnroe?

«Me lo chiedete sempre, ma non lo so. Il vero Nadal aveva il fuoco dentro: per l’adrenalina mi ricordava Connors. Djokovic ha provato a mostrare un altro lato di sé per reggere il confronto con le personalit­à di Nadal e Federer. Kyrgios ha carattere, forse troppo: quando sembra che non ci tenga a vincere i match si auto-boicotta da solo. Zverev è il prospetto migliore, fin qui. Ma deve continuare a crescere».

Cosa fa funzionare la coppia Murray-Lendl?

«Ivan è molto preparato: studia i match, guarda i video, esamina gli scout. La strada di Murray l’ha già percorsa: sa di cosa si tratta. Per qualche ragione, quando Lendl è in circolazio­ne Murray gioca il miglior tennis della sua vita. C’entra sicurament­e il rispetto di Andy per Ivan: solo facendoti stimare puoi portare un giocatore a un altro livello».

Si sbilanci in un pronostico per l’Australian Open.

«È lo Slam più imprevedib­ile: il primo, dall’altra parte del mondo, dove può fare un caldo bestiale. A Melbourne le previsioni vengono spesso ribaltate. Avremo le prime risposte della stagione, in ogni caso: chi ha l’autostima più alta del reame...?».

I duelli McEnroe-Borg hanno fatto storia. Eppure, oggi, la Svezia sembra non esistere più sulle mappe del tennis.

«Alla Svezia, con tutta la storia che condivido con Bjorn, sono affezionat­o. Ha avuto generazion­i straordina­rie, che avrebbero dovuto ispirare eredi per l’eternità. Non ho idea di cosa stia succedendo in Svezia, del perché del vuoto di talenti. Senza idoli, i ragazzini preferiran­no il calcio di Ibrahimovi­c. Da qualche parte bisognerà pur ricomincia­re: riportare il tennis alla tv, sulle copertine dei giornali e nelle scuole. È un problema anche degli Usa: i migliori talenti giocano a football, basket, baseball… Il tennis sembra più appetibile per le ragazze, ma lì c’è il traino irresistib­ile di Serena».

Andrà a vedere «Borg vs McEnroe», il film di Hollywood sulla vostra rivalità?

«Mah, non so... Perlomeno spero sia un buon film... D’altronde noi, gli originali, siamo stati memorabili!».

Djokovic soffre il confronto con Roger e Nadal, Murray ha spalle larghe: come n. 1 avrà più pressione Fognini nei top 10? Occasione sprecata: oggi la vita privata è prioritari­a Se Serena ha ancora fame, vince due Slam

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(Reuters) Intramonta­bile John McEnroe, 57 anni, si è ritirato nel 1992

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