La morte sale sul treno a Milano e con Dazieri arriva a Roma
on so cosa voglio, ma so come ottenerlo» urlavano i Sex Pistols in Anarchy in the U.K., corrosivo biglietto da visita del punk: era il 1976. Quarant’anni dopo il più anarchico tra i giallisti italiani in circolazione, Sandrone Dazieri, cita l’incipit di quel brano in esergo al nuovo romanzo L’Angelo (Mondadori), forse per liberare il campo: svincolarsi da regole, obblighi e doveri della letteratura di genere.
Dazieri, a differenza di Johnny Rotten & Co., sa cosa vuole — divertire — e come ottenerlo — fregandosene di tutto (puro spirito punk) tranne che del lettore. Autore di romanzi, Dazieri è creatore del personaggio del buttafuoriinvestigatore del Gorilla, e sceneggiatore per la tv. L’Angelo, secondo atto di una trilogia dove ogni episodio è autoconclusivo e in cui ritorna la stramba coppia di investigatori composta dalla poliziotta Colomba Caselli e dal professore Dante Torre, è un thriller borderline, adrenalinico, scientificamente credibile, che fa tesoro nei tempi e nei modi del racconto di film d’azione e serial tv, ma che sconfina volentieri nel fumettone, nel thriller drammatico e nella commedia nera.
La storia è un susseguirsi frenetico di stragi, rivolte, rapimenti, incendi, effrazioni, esplosioni…
L’inizio rilancia la paura di un attacco terroristico internazionale con l’Italia come bersaglio, con la morte che corre sui binari da Milano a Roma e arriva alla stazione Termini «a mezzanotte meno dieci con un treno ad alta velocità». Quando Caselli sale sulla carrozza Top non solo si trova davanti a uno scenario apocalittico ma entra a farne parte: i passeggeri sono morti per qualcosa che hanno respirato. In un video arriva la rivendicazione dell’Isis. Sarà vero? La questione della ricerca della verità, intesa come verifica dei fatti e messa in discussione delle notizie date per certe, è uno dei temi seri che pur restando sullo sfondo percorre per intero il romanzo.
Caselli si salva dall’attentato, ma solo per ritrovarsi nel mezzo di una caccia agli estremisti islamici: ci scappa un (altro) morto e per la poliziotta è la fine dell’indagine. Quella ufficiale. Perché lei, caparbia, non è tipo da fermarsi davanti a una sospensione dal servizio, soprattutto se può contare su colleghi fedeli e sull’aiuto di Torre, professore geniale e fragile: complottista e paranoico, è un osservatore del genere umano, sa ricostruire Tutti i passeggeri di un vagone sono uccisi da un gas letale. Indaga la coppia Caselli e Torre la vita di una persona dalla postura o da come cammina (per sapere come abbia affinato questa capacità il rimando è al precedente libro di Dazieri, Uccidi il Padre). I due vanno in missione per mettere insieme i pezzi di un puzzle criminale; le tessere, sparpagliate in mezza Europa, riunite daranno il ritratto di un killer paziente, spietato, micidiale. Dopodiché non resta che trovarlo, con la testardaggine di Colomba e con il fiuto di Torre.
Dazieri terrà in occasione delle presentazioni in alcune librerie corsi gratuiti di scrittura e costruzione di gialli; prima tappa il 10 febbraio a Modena; poi Roma, Genova, Mantova, Bologna e Napoli.