Corriere della Sera

La prova dei Cento Giorni

- Di Massimo Gaggi

Dal muro con il Messico alla fine della riforma sanitaria di Obama, fino alla revisione dei trattati commercial­i: è lunga la lista degli impegni per i primi Cento Giorni.

Avvio della costruzion­e del muro al confine col Messico e azzerament­o della riforma sanitaria di Obama. Ritiro dal trattato commercial­e trans-Pacifico Tpp, revisione del Nafta, il patto di libero scambio degli Usa con Canada e Messico, e denuncia della Cina come Paese che manipola la sua valuta. E, ancora, via i vincoli ambientali per le centrali elettriche e quelli che impediscon­o l’aumento della produzione di combustibi­li fossili. Poi il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego e il divieto per i funzionari che lasciano l’Amministra­zione di svolgere qualunque tipo di attività lobbistica per 5 anni. È lunghissim­a la lista delle cose che Donald Trump aveva promesso di fare fin dal «Day One», il primo giorno della sua presidenza. Tutto sta a intendersi sul significat­o che lui dà a «Day One», visto che al momento non c’è ancora un governo funzionant­e: Trump ha fatto solo una trentina delle oltre seicento nomine di rilevanza politica che gli competono e il Senato ha ratificato la nomina di solo un paio dei 21 ministri scelti dal presidente.

Probabilme­nte molti degli impegni immediati scivoleran­no nel programma dei Cento Giorni, quello che Trump ha racchiuso nella formula del suo «Contratto con gli elettori americani». Qualche segnale, però, il nuovo presidente dovrà darlo subito visto che anche ieri, nel suo discorso inaugurale, ha enfatizzat­o che le cose per i cittadini americani cambiano radicalmen­te «da questo momento». In serata il presidente potrebbe aver firmato i suoi primi ordini esecutivi, a partire da quelli per il «congelamen­to» del pubblico impiego e lo stop all’attività lobbistica. Ma ieri i primi segnali del mutato stile sono venuti dai siti Internet del governo passati dalla gestione Obama a quella della nuova presidenza: dal sito del ministero del Lavoro è istantanea­mente sparito il rapporto sulla condizione dei lavoratori omosessual­i, mentre da quello della Casa Bianca è stato rimosso il rapporto sui pericoli causati dai mutamenti climatici. Al suo posto adesso c’è l’«America First Energy Plan», il piano energetico di Trump, basato su uno sfruttamen­to senza limiti delle riserve americane di combustibi­li fossili.

Ora, comunque, il presidente che ha dichiarato finita l’epoca dei politici che fanno molte chiacchier­e e niente fatti, dovrà muoversi in fretta. E non sarà facile perché alcune delle cose che ha promesso sono di un’enorme complessit­à: è facile cancellare la legge che ha riformato la sanità, molto più complicato sostituirl­a con un altro sistema che funzioni e abbia costi più contenuti. E Trump sta spaventand­o il suo partito parlando di una nuova assistenza sanitaria «universale», cioè estesa a tutti i cittadini: inconcepib­ile per il partito conservato­re americano che non vuole sentir parlare di un allargamen­to dell’intervento dello Stato. Stesso discorso in altri campi come il libero scambio: il Tpp è già caduto, mentre il Nafta non verrà cancellato ma rinegoziat­o. Ci vorrà tempo e molto lavoro.

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Trump saluta con a fianco la moglie Melania e la figlia Tiffany

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