Corriere della Sera

I sorrisi degli ex leader Poi l’applauso a Hillary

- Massimo Gaggi

forse la prima volta che l’America ha sei presidenti in vita: quattro — Barack Obama, George W. Bush, Bill Clinton, Jimmy Carter — erano ieri sulla scalinata del Congresso a rendere omaggio al loro successore Donald Trump nel giorno del giuramento e del suo insediamen­to alla Casa Bianca (il 92enne George Bush padre è ancora ricoverato in ospedale).

Una grande manifestaz­ione di solidariet­à istituzion­ale, la volontà di rispettare le tradizioni e di mostrare al Paese e al mondo l’immagine rassicuran­te — e sorridente — di un cambio della guardia nella gestione del potere politico che avviene in modo tranquillo, ordinato, nonostante le asprezze della campagna elettorale e il ruolo di demolitore dell’establishm­ent, del sistema politico esistente, che Trump si è attribuito.

Il nuovo presidente ha ricambiato la cordialità degli Obama e li ha ringraziat­i per l’aiuto che gli hanno assicurato durante tutta la fase della transizion­e dall’elezione dell’8 novembre al suo insediamen­to. Ma poi ha messo a dura prova la tenuta nervosa di Barack pronuncian­do davanti a lui un discorso nel quale ha condannato con durezza le politiche dell’amministra­zione uscente. Alla fine, al momento delle congratula­zioni e del commiato, Obama ha continuato a mostrarsi cordiale e rilassato, mentre Biden ha ostentato un sorriso un po’ forzato. Quanto a Michelle, pur con cortesia, aveva la faccia di chi non vede l’ora di farla finita. Dietro, in seconda fila, Hillary Clinton, in un abito candido, è rimasta a fianco di Bill con un sorriso di circostanz­a stampato. Trump non le ha reso l’onore delle armi nel suo discorso, come avevano fatto altri presidenti prima di lui. Alla fine della cerimonia, non l’ha nemmeno salutata. Poi però al pranzo inaugurale ha invitato i membri del Congresso a dedicarle una standing ovation.

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