Corriere della Sera

Nel Design Museum dove nessuno teme il fantasma di Brexit

La sala con pezzi italiani o francesi Londra, la nuova sede è «pro-Ue»

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l fantasma Brexit? Nella Pan-European living room del nuovo Museo del design di Londra non si è ancora affacciato. Nonostante il discorso di pochi giorni fa del premier Theresa May abbia fatto capire che Londra si avvia verso una «clean Brexit», ovvero una Brexit inequivoca­bile. Nel «salotto europeo» del museo, il Regno Unito è infatti rappresent­ato dalla carta da parati Peony Place disegnata da Nina Campbell e prodotta da Osborne & Little, l’Italia dalla lampada Arco di Flos, disegnata da Achille e Pier Giacomo Castiglion­i nel 1962. La Francia

dal Mexique coffee table di Charlotte Perriand del 1952 (firmato Cassina). Berlino? Dal Wall clock di Braun su disegno di Dieter Rams (1981), l’Olanda dalla Z table lamp di Philips, disegnata da Louis Kalff nel 1955 e il Belgio dal Surface sideboard di Vincent van Duysen del 2015 (ma prodotto da B&B Italia). La Finlandia? Dal tavolo Tulip di Eero Saarinen (1957), prodotto da Knoll. La Svezia? Non poteva mancare la libreria Billy di Ikea disegnata da Gillis Lundgren nel 1979. Mentre la Spagna è color rosso rubino come il tappeto Nanimarqui­na di Martí Guixé del 2008 e il Lussemburg­o ha la raffinatez­za dei piatti Villeroy & Boch.

Design moderno ma anche stili e linee dell’800, come le sedie Thonet austriache, disegnate nel 1859 da Michael Thonet. Ventotto Paesi, e 28 complement­i di arredo, dalla lampada alle sedie, per vestire un salotto che riunisce il meglio del design e della creatività europea. Una sfida e una conferma che dall’Unione arriva la forza anche creativa di un continente. Realizzato da Oma, lo studio di architettu­ra di Rem Koolhaas, il «salotto europeo» apre le sue porte all’interno dello spazio espositivo di «Fear and Love» prima mostra temporanea (fino al 23 aprile) del nuovo Museo londinese in quello che era un tempo il Commonweal­th Institute Dalla lampada Arco fino alla libreria Billy: una installazi­one che fa parlare 28 Paesi

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