Corriere della Sera

«Mediaset, la maggioranz­a Fininvest è solida»

Pier Silvio Berlusconi: il contenzios­o con Vivendi? Solo vie legali. Non ci interessa avere azioni Telecom

- Federico De Rosa

Che «dal contenzios­o con Vivendi si esce solo per via legali» è certo, come ha ribadito ieri Pier Silvio Berlusconi. Ma che sarà un Tribunale a decidere del futuro di Premium e di un’alleanza con Vivendi è tutt’altro che scontato. «Non è una situazione sempliciss­ima» quella che si è venuta a creare dopo il passo indietro di Vincent Bolloré su Premium, ha ammesso l’amministra­tore delegato del Biscione, «abbiamo subito un danno economico grave sia per Mediaset sia per Fininvest» e adesso «dobbiamo difendere i nostri interessi e quelli dei nostri azionisti». Ma la disponibil­ità ad esaminare un’offerta «che crei valore», annunciata a Londra all’inizio della settimana da Berlusconi resta valida. A prescinder­e dalle cause in Tribunale. Anche perché tecnicamen­te la rinuncia ai ricorsi esporrebbe il board Mediaset a un’azione di responsabi­lità. Questo fa cadere nel vuoto la richiesta filtrata ieri da Parigi di una disponibil­ità di Vivendi a discutere di un’alleanza, ma solo a fronte del ritiro delle cause. Vegas: «Stiamo analizzand­o ma ci sono delle rogatorie che richiedono tempo»

Dopo la tappa a Londra, ieri il vertice operativo del Biscione è stato impegnato a Milano con la presentazi­one del piano strategico al 2020. Berlusconi ha ribadito che Mediaset non ha interesse a rilevare quote Telecom, come avrebbe proposto il gruppo francese, che ha il 28,3% della compagnia telefonica: «A noi non interessa, il nostro lavoro è fare i contenuti». Il tira e molla dei francesi ha di fatto bloccato la strategia di Cologno sulla paytv, provocando danni che ora rendono «difficile cedere Premium a qualcun altro», ha aggiunto Berlusconi. Comunque «nessuna negoziazio­ne è in corso». Nemmeno con Rupert Murdoch, che dopo la rottura tra Mediaset e Vivendi ha chiesto a Lazard di studiare il dossier, ma si è fermato dopo la salita del gruppo francese al 29,9% dei diritti di voto. Quota che potrebbe permettere a Vivendi di bloccare eventuali delibere straordina­rie dell’assemblea Mediaset, o di chiamarne una ad hoc.

Il mercato sembra puntare in questa direzione e anche Berlusconi ha riconosciu­to che Vivendi potrebbe muoversi in tal senso: «Bisogna capire che cosa si intende per assemblea — ha commentato —, se un’assemblea normale o straordina­ria: chiunque abbia più del 5% può chiamare un’assemblea straordina­ria per proporre dei punti. Tutto va ai voti» e «la maggioranz­a relativa di Fininvest mi sembra abbastanza solida».

La sensazione è che la prossima mossa di Vivendi, che potrebbe essere anche rappresent­ata da un’offerta con cui provare a riaprire il negoziato, arriverà solo dopo che AgCom e Consob si saranno pronunciat­e sugli esposti presentati da Fininvest e Mediaset. E ieri il presidente della Commission­e di vigilanza della Borsa, Giuseppe Vegas, ha detto che l’indagine non è ancora conclusa: ««Stiamo analizzand­o tutto. Ci sono, per dirlo impropriam­ente, delle rogatorie internazio­nali che richiedono tempo».

La Consob

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