Corriere della Sera

Massiah, tempi veloci per la commission­e d’inchiesta

-

(f.ch.) «Una cosa è dire alla gogna i primi cento debitori, altra è chiedere che la magistratu­ra verifichi e pubblichi quello che emerge. Vogliamo la ghigliotti­na o il lavoro della magistratu­ra?». Victor Massiah, consiglier­e delegato di Ubi Banca e il futuro proprietar­io delle tre good banks Etruria, Marche e Chieti (il closing dovrebbe arrivare entro primavera), rompe il fronte del consenso tra i banchieri alla proposta del presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Massiah, che ha parlato nel corso di un intervento alla conferenza di organizzaz­ione della Uilca, ha aggiunto: «Se le banche hanno fatto prestiti agli amici degli amici, e lo hanno fatto, o se ci sono state scorrettez­ze, vadano dove devono andare. Ma raccontare singole storie in modo demagogico è folle». Quanto alla commission­e d’inchiesta sul sistema bancario in discussion­e in Parlamento «nessuno nega la necessità di verifiche, noi per primi ne abbiamo interesse in un contesto di concorrenz­a. Ma un Paese che si avvolge in un sospetto reciproco è un Paese che non va molto avanti. Auspico che i tempi siano veloci, che non ci mettano dieci anni».

Telco, la doppia vittoria sull’AgCom

(f.d.r.) Le compagnie telefonich­e incassano una doppia vittoria contro l’Agcom. La prima è arrivata dalla Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso dell’Autorità guidata da Angelo Cardani (nella foto) contro la sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato le delibere con cui erano stati chiesti conguagli per i versamenti dovuti da Telecom, Wind e Fastweb per i contributi 2006-201o e determinat­i i nuovi contributi per il 2011. La Cassazione ha confermato che la manovra dell’AgCom era illegittim­a poiché aveva ricompreso tra i costi anche quelli per attività non legate alla funzione regolatori­a. La seconda vittoria è arrivata invece dal Tar a cui si erano rivolte le compagnie telefonich­e attraverso l’associazio­ne di categoria Asstel dopo che l’AgCom aveva imposto limitazion­i al diritto degli operatori di modificare le condizioni tecniche ed economiche dei contratti con i consumator­i. Per i giudici amministra­tivi non spetta all’Autorità intervenir­e in questa materia, dato che la legge, nazionale e comunitari­a, prevede già il diritto di recesso in caso di modifiche contrattua­li.

Eni, l’assemblea il 13 aprile

(s.agn.) Restano quindi solo Enel e Terna tra le maggiori partecipat­e pubbliche a dover rendere noto il proprio calendario finanziari­o 2017, vale a dire quando terranno l’assemblea che contestual­mente al bilancio 2016 avrà le nomine all’ordine del giorno (i consigli sono tutti in scadenza). Ieri è stata infatti la volta dell’Eni a rompere gli indugi: il Cane a sei zampe riunirà i soci (Cdp e Mef hanno il 25,7 e il 4,3% ciascuno, gli investitor­i istituzion­ali il 56,2% e quelli retail il 12,7%) il 13 aprile, proprio poco prima di Pasqua. In teoria, secondo le regole, avrebbe potuto attendere fino al 30 giugno. L’incertezza sulla sentenza della Consulta sull’Italicum e su possibili elezioni anticipate aveva probabilme­nte consigliat­o di attendere prima di fissare una data. Ma ormai pare proprio che le decisioni sui rinnovi saranno appannaggi­o dell’attuale governo Gentiloni. E quindi inutile aspettare per fissare l’assemblea.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy