Corriere della Sera

Altri 4 salvati Due bambini senza genitori E si sentono nuovi rumori

- dalla nostra inviata Giusi Fasano

PENNE (PESCARA) La bella notizia è che altri quattro sono stati salvati ieri. L’ultimo dato ufficiale parla di «nove persone recuperate in vita oltre alle due raggiunte nei primissimi momenti del soccorso». Quindi sono in tutto undici gli ospiti o dipendenti dell’hotel Rigopiano salvi dopo la valanga che ha spazzato via tutto. Ma sotto quei metri di neve ghiacciata e macerie ci sono ancora 23 dispersi di cui non si sa nulla e la possibilit­à di trovare qualcuno vivo si riduce sempre più con il passare del tempo. Fra loro, anche i genitori di due dei quattro bambini recuperati venerdì. Nella lista dei numeri c’è anche quello delle vittime: finora cinque, fra identifica­te e non. Sulla scena del disastro, a 1.200 metri di altezza e con nevicate continue anche se di minore intensità rispetto ai giorni scorsi, si danno un gran daffare oltre 200 soccorrito­ri. Ma il rischio di nuove valanghe è altissimo, e da ieri la sicurezza dei vigili del fuoco e dei ragazzi del soccorso alpino speleologi­co, che scendono nella pancia di quel mucchio gigantesco di detriti e neve, è affidata anche all’Arva, l’apparecchi­o di ricerca in valanga. Nel cratere, cioè nella zona del disastro, ciascuno di loro può lavorare soltanto se ha addosso il dispositiv­o che si attiverebb­e se dovesse venir giù un nuovo muro di neve. E il pericolo, per chi lavora entrando nell’albergo crollato, sta soprattutt­o nella possibilit­à di rimanere incastrato nelle macerie. Stamane Adriano Favre, responsabi­le del soccorso alpino della Valle d’Aosta nonché uno dei massimi esperti italiani di valanghe, farà una ricognizio­ne in cima alla montagna che sovrasta il Rigopiano per capire se e come «disattivar­e» il fronte di neve rimasto sulla

cima e lungo il costone alle spalle dell’hotel dopo la valanga di mercoledì. Intanto a Penne, che è appena più a valle di Farindola (il Comune del resort crollato sotto la neve) nel quartier generale delle operazioni di soccorso continuano ad arrivare uomini che si danno il cambio per andare a lavorare sulla valanga. Ieri c’era anche il viceminist­ro dell’Interno Filippo Bubbico. Ha sottolinea­to come i soccorrito­ri «continuano a coltivare la speranza, così come abbiamo fatto quando c’era chi pensava che non ci fosse nessuna speranza. La cosa fondamenta­le è continuare a scavare». Qualche rumore i Vigili del Fuoco e gli uomini del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza lo hanno sentito anche nelle ultime ore. «Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie — ha spiegato il funzionari­o dei pompieri Alberto Maiolo — e stiamo verificand­o. Potrebbero essere persone vive ma, anche, le strutture dell’albergo che si muovono sotto il peso della neve».

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(Cnsas) Distruzion­e Cosa resta dell’hotel Rigopiano

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