All’ospedale di Pescara i parenti dei dispersi contro il viceministro Bubbico. E lui: «Hanno ragione» A Rieti flash mob di protesta davanti alla sede della Protezione civile: «Più risorse per i terremotati»
Dopo cinque mesi ininterrotti di lutti, crolli, scosse e adesso pure neve, non si vive più. Il punto di rottura è stato quasi raggiunto, dall’Umbria alle Marche, dal Lazio all’Abruzzo, i nervi stanno cedendo, le popolazioni terremotate sono allo stremo della fiducia e comincia a manifestarsi la rabbia. Ieri è esondata, rumorosamente, quella dei parenti dei dispersi del Rigopiano, che all’ospedale di Pescara, dopo tre giorni d’infinita attesa, hanno accolto con insulti e urla l’arrivo del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. Ma anche davanti al Dicomac di Rieti, la Direzione di comando e controllo della Protezione civile, per la prima volta in 5 mesi c’è stato un flashmob di protesta: un gruppo di abitanti del reatino è andato lì con fumogeni e bandiere tricolori a chiedere di «fare di più» per gli allevatori e gli agricoltori di Accumoli e Amatrice, ormai isolati, a cui loro stessi in questi giorni vanno a portare il cibo per gli animali «con le ciaspole e con i quad», secondo il racconto di uno dei circa 50 manifestanti, Christian Bianchetti, pianista di Rieti con casa a Borbona («La nostra è stata una protesta spontanea e del tutto apolitica, organizzata in tre giorni su Facebook»).
La collera dei parenti dei dispersi del Rigopiano, invece, è quella di chi non sa ancora niente dei propri cari ma soprattutto lamenta un clamoroso vuoto informativo, fatto di notizie errate, discordanti, approssimative. Il viceministro Bubbico, alla fine dell’incontro con tutta quella gente disperata, ha dichiarato: «I familiari sono arrabbiati? Hanno ragione». Poi ha preso un foglio, ha chiesto una biro e si è segnato l’indirizzo mail di ciascuno, impegnandosi d’oggi in poi a informarli di persona.
Sabrina Fantauzzi, presidente del comitato «Illica vive», ieri mattina è arrivata sulla Salaria a bordo di un camion che trasportava 140 quintali di sale: «Lo abbiamo portato sulla Salaria, capito? — dice beffarda — che era la vecchia strada del sale dei Romani e in questi giorni era impercorribile perché mancava il sale per non far attaccare la neve...». Il sale di ieri è arrivato da Pistoia, gentilmente offerto dall’associazione LetterAppenninica.
Perché la verità è questa: se gli aiuti tardano, i cittadini si organizzano da soli. Come ha fatto la signora Luigina Anici, di Norcia, Fumogeni Un momento del flash mob di protesta che si è svolto ieri a Rieti portavoce di un gruppo di famiglie umbre che, in attesa delle casette di legno, ha affittato a proprie spese dei container e ora vive in piazzola. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, invita però alla calma: «So che non è facile — dice — ma bisogna restare uniti e non farsi strumentalizzare. Alla fine del mese a tutti i parlamentari che sono venuti a vedere Amatrice distrutta, chiederò conto di quello che hanno fatto». Domenica scorsa, sulla Salaria, andò in scena la protesta degli abitanti di Accumoli e Pescara del Tronto: «Perché il nostro timore — spiega il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci — è che non vengano più mantenute le promesse».
I cittadini del flashmob di ieri a Rieti alla fine si sono abbracciati con quelli della Protezione civile: «Il funzionario Marco Agnoloni mi ha detto che era il suo sessantunesimo compleanno eppure stava lì a lavorare — conclude Christian Bianchetti —. La Protezione civile ci ha giurato che sta facendo il massimo. Noi, malgrado tutto, ci crediamo ancora».