Corriere della Sera

Prime picconate all’Obamacare Per il resto è caos

- Di Massimo Gaggi

Caos creativo e schiaffi al Congresso (la classe politica accusata in blocco di aver tradito il popolo che l’ha eletta) alternati a pacche sulle spalle e richieste di collaboraz­ione. Finita la fase delle celebrazio­ni, l’esordio di Donald Trump come uomo di governo è all’insegna dell’improvvisa­zione. Il suo portavoce Sean Spicer entra e esce dalla sala stampa della Casa Bianca annunciand­o provvedime­nti imminenti. Poi si rimangia tutto con un contrordin­e. Infine riemerge a tarda sera per far sapere che è stato appena firmato un ordine esecutivo per cominciare a smantellar­e la riforma sanitaria di Obama. Un leader privo di esperienza politica, un programma di rottura col passato, un governo ancora da costruire: più che comprensib­ili le difficoltà iniziali. Ma Trump, che in campagna elettorale aveva compilato elenchi di provvedime­nti da varare già nel suo «Day One» da presidente, ora non dà indicazion­i sulle sue priorità. Si sa solo che in attesa di avere un governo funzionant­e e un Congresso pronto a legiferare, userà quotidiana­mente i poteri esecutivi presidenzi­ali per cominciare ad abbozzare le sue politiche e, soprattutt­o, per demolire quelle del suo predecesso­re. L’atto più rilevante, al momento, è l’ordine dato alle agenzie federali di cominciare a smontare pezzi di «Obamacare» «fin dove la legge lo consente». Una disposizio­ne dal linguaggio vago che lascia ampi spazi di interpreta­zione a enti pubblici come l’IRS, il Fisco Usa. Ma il senso, secondo i giuristi, è chiaro: prima ancora che il Congresso cancelli con un nuovo intervento legislativ­o

Attacco sulla sanità

L’atto più rilevante è l’ordine dato alle agenzie federali di cominciare a smontare pezzi di Obamacare «fin dove la legge lo consente»

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