Prime picconate all’Obamacare Per il resto è caos
Caos creativo e schiaffi al Congresso (la classe politica accusata in blocco di aver tradito il popolo che l’ha eletta) alternati a pacche sulle spalle e richieste di collaborazione. Finita la fase delle celebrazioni, l’esordio di Donald Trump come uomo di governo è all’insegna dell’improvvisazione. Il suo portavoce Sean Spicer entra e esce dalla sala stampa della Casa Bianca annunciando provvedimenti imminenti. Poi si rimangia tutto con un contrordine. Infine riemerge a tarda sera per far sapere che è stato appena firmato un ordine esecutivo per cominciare a smantellare la riforma sanitaria di Obama. Un leader privo di esperienza politica, un programma di rottura col passato, un governo ancora da costruire: più che comprensibili le difficoltà iniziali. Ma Trump, che in campagna elettorale aveva compilato elenchi di provvedimenti da varare già nel suo «Day One» da presidente, ora non dà indicazioni sulle sue priorità. Si sa solo che in attesa di avere un governo funzionante e un Congresso pronto a legiferare, userà quotidianamente i poteri esecutivi presidenziali per cominciare ad abbozzare le sue politiche e, soprattutto, per demolire quelle del suo predecessore. L’atto più rilevante, al momento, è l’ordine dato alle agenzie federali di cominciare a smontare pezzi di «Obamacare» «fin dove la legge lo consente». Una disposizione dal linguaggio vago che lascia ampi spazi di interpretazione a enti pubblici come l’IRS, il Fisco Usa. Ma il senso, secondo i giuristi, è chiaro: prima ancora che il Congresso cancelli con un nuovo intervento legislativo
Attacco sulla sanità
L’atto più rilevante è l’ordine dato alle agenzie federali di cominciare a smontare pezzi di Obamacare «fin dove la legge lo consente»