Corriere della Sera

La destra europea si salda a Coblenza Al via l’anno (elettorale) dei «patrioti»

La più applaudita è la francese Marine Le Pen, che arringa contro la globalizza­zione

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Cremonesi

COBLENZA (GERMANIA) «Se siete qui così in tanti, vuol dire che avete capito che sta succedendo qualcosa di importante». Marine Le Pen si rivolge alla sala stampa traboccant­e di giornalist­i. È il primo, vero appuntamen­to pubblico degli euroscetti­ci orgogliosa­mente populisti, i partiti che a Strasburgo formano il gruppo Europa delle nazioni e della libertà (Enf). Ieri, tutti insieme a Coblenza, per rinnovare il loro patto e proclamare il 2017 «anno dei patrioti». Quello dell’ «appuntamen­to con la storia», come dice Geer Wilders, che a metà marzo con il suo Pvv potrebbe essere il trionfator­e delle elezioni olandesi.

Per le destre nemiche dell’Unione, euforizzat­e dalla Brexit e dalla vittoria di Donald Trump, il 2017 sarà insomma la

data in cui sfonderann­o i muri ed entreranno nelle stanze dei bottoni, quelle da cui si pilota anche Bruxelles. Oltre che in Olanda con Wilders, in Germania con Frauke Petri di Alternativ­e für Deutschlan­d (Afd) e soprattutt­o in Francia: a maggio Marine (che in campagna elettorale vuole essere chiamata così, soltanto con il nome) tenterà la difficile scalata all’Eliseo. A ogni buon conto, per la sua corsa elettorale ha affittato un quartier generale nella stessa strada del palazzo presidenzi­ale, rue di Faubourg Saint Honoré. E poi c’è Matteo Salvini, che non si stanca di chiedere elezioni già a giugno: «Vinceremo. E allora, prima dell’estate avremo i tre Paesi fondatori dell’Europa — Francia, Italia e Germania — con governi in grado di rifare l’Europa da capo a fondo».

La vittoria di «The Donald» è il regalo che nemmeno loro si aspettavan­o, il segno «che il tappo è saltato». L’immagine è di Wilders: «Una volta fuori, il genio nella bottiglia non ci rientra». Il simbolo, dicono a Coblenza, delle lotta vittoriosa dei cittadini e del popolo contro le élites. Della «democrazia contro la burocrazia» come dice Le Pen. Sintetizza Petry: «Il successo di Trump ha aperto una strada là dove c’era un vicolo cieco».

Il neopreside­nte americano è anche il simbolo dei «dazi contro la globalizza­zione», dicono molti. Non tutti: proprio tra i tedeschi di Afd, non sono mancate le polemiche per un evento a fianco di Le Pen, considerat­a troppo socialista tra gli ultra liberisti del partito. In realtà, il discorso di Marine è stato di gran lunga il più applaudito, e seguito da una lunghissim­a standing ovation: «Tutti i popoli europei sono sotto tirannia, quella di un’oligarchia finanziari­a fatta da piccoli uomini». Ma è curioso osservare che le due leader populiste più importanti, lei e Petry, siano donne quasi isolate in una platea a stragrande maggioranz­a maschile. In qualche modo, i populisti stanno anche tentando di modificare la loro immagine. Dipinti come antidemocr­atici, loro si dicono i «veri difensori della democrazia». Perché, spiega ancora Le Pen, «il volere il ritorno delle nazioni è quello di cui hanno paura i sostenitor­i della globalizza­zione. I veri antidemocr­atici sono quelli che non vogliono farci scegliere». Anche se fuori dall’Auditorium di Coblenza si sono riunite diverse migliaia di oppositori che esibiscono sagome di Hitler e Mussolini. Salvini porta una scheggia di politica interna, spiegando che in Italia e Germania stanno nascendo «finti leader o movimenti anti-sistema che sono strumenti creati ad arte dal sistema stesso per dividerci e per intercetta­re e ammansire il dissenso». Un riferiment­o, con ogni probabilit­à, al Movimento 5 stelle.

I toni anti immigrati, ieri non sono stati troppo toccati. Forse chi ne ha parlato di più è stato proprio Salvini. Che iniziando il suo intervento in inglese (ma ha proseguito in italiano), ha spiegato agli alleati che «in Italia oggi ci sono 50 mila italiani senza luce, senza acqua e senza gas e 176 mila non italiani ospitati in albergo. I call this madness», chiamo questo follia. Ma l’apoteosi sull’argomento l’ha raggiunta la Le Pen irridendo di fronte al pubblico tedesco «Angela Merkel, che adesso vuole farsi passare per un’eroina umanitaria».

Sulla scia degli Usa Trump ha aperto la strada. L’olandese Wilders: «Il genio nella bottiglia non ci rientra»

 ?? (foto Cavicchi) ?? 1 Harald Vilimsky del Partito della Libertà austriaco (20 per cento nel 2013)
2 Matteo Salvini della Lega Nord (14,61 per cento alle Regionali del 2015)
3 Geert Wilders, Partito della Libertà olandese (10,1 per cento nel 2012)
4 Marine Le Pen, alla...
(foto Cavicchi) 1 Harald Vilimsky del Partito della Libertà austriaco (20 per cento nel 2013) 2 Matteo Salvini della Lega Nord (14,61 per cento alle Regionali del 2015) 3 Geert Wilders, Partito della Libertà olandese (10,1 per cento nel 2012) 4 Marine Le Pen, alla...

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