Corriere della Sera

I Cinque Stelle spaccati nelle città E a Parma Pizzarotti si ricandida

Tensioni da Genova a Palermo. Caso a Civitavecc­hia, interviene Grillo

- Al.T.

«Con i 38 sindaci e 397 consiglier­i comunali a 5 Stelle cambieremo l’Italia», scriveva Beppe Grillo sul blog il 20 giugno 2016. Trionfalis­mo prematuro. A distanza di diversi anni dall’elezione del primo sindaco (Roberto Castiglion, a Sarego, nel 2012), a cambiare sembra essere stato soprattutt­o il Movimento. Che, da Roma a Padova, da Genova a Palermo, arranca tra guai giudiziari, feroci polemiche interne e continui cambi di casacche. L’ultimo caso è quello di Civitavecc­hia, che si merita persino un intervento accorato sul blog di Beppe Grillo. Che quasi implora: «Andiamo avanti uniti e compatti. Non mollate ragazzi!».

Strano, per un Movimento che a livello nazionale va a gonfie vele nei sondaggi e non sembra conoscere crisi. Ma nei Comuni è tutta un’altra storia. Il 10 gennaio la presidente del consiglio di Civitavecc­hia Alessandra Riccetti lascia il Movimento, con parole durissime: «Non eravamo quelli dello streaming? Non dovevamo aprire Civitavecc­hia come una scatoletta di tonno? Io non mi sento più a casa nel M5S». Passano pochi giorni e si dimette Patrizio Carlini, consiglier­e che accusa il Movimento di «scarsa trasparenz­a». Grillo ammette i «momenti difficili» di Civitavecc­hia e accusa: «Chi viene eletto e cambia idea, deve dimettersi, non cambiare casacca». Il paradosso è che Carlini si era diligentem­ente dimesso, ma il subentrant­e, Luciano Girolami, non ha voluto saperne dei 5 Stelle ed è passato subito al Misto. E molto probabilme­nte non sarà l’ultimo a mollare. È «la piaga dei casaccari», come la chiama il sindaco Antonio Cozzolino. Che ringrazia Grillo, ma teme per il suo futuro.

I cambi di casacca magari avvengono talvolta per brama di potere e di soldi, ma più spesso per dissidi interni e per la disillusio­ne seguita al tradimento delle promesse elettorali. Del resto, mantenerle non è facile. Ne sa qualcosa il parmense Federico Pizzarotti che dopo un lungo braccio di ferro, partito dalla vicenda dell’incenerito­re, è stato alla fine espulso. Eppure, in questo lungo periodo da separati in casa, i cittadini si sono schierati dalla parte del «reietto», premiandol­o in un sondaggio come terzo sindaco più amato d’Italia. Anche per questo ieri Pizzarotti ha annunciato che si ricandider­à con una sua lista civica. E non sarà facile per Grillo trovare un’alternativ­a.

Il candidato palermitan­o si chiama invece Ugo Forello e arriva dopo una lunga via crucis, Con il big Il sindaco M5S di Civitavecc­hia Antonio Cozzolino con Luigi Di Maio sfociata in un voto sulla piattaform­a Rousseau: passa con sole 357 preferenze. Scarsa partecipaz­ione causata dalla faida interna, con numerosi candidati rinunciata­ri, seguita alla vicenda delle firme false, che ha coinvolto i parlamenta­ri Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudio Mannino, poi sospesi. Da più parti si dice che questi ultimi potrebbe collaborar­e a una lista alternativ­a.

Governare stanca. E comunque, è molto più difficile che protestare. Il rigore contro la «casta corrotta», per esempio, deve fare i conti con le insidie della realtà. Se a Palermo si indaga, a Roma i carabinier­i si sono portati via l’assessore Raffaele Marra, fedelissim­o di Virginia Raggi. Più in piccolo, a Chioggia, da qualche giorno è sorto un caso di conflitto di interessi per il sindaco Alessandro Ferro, con tanto di ricorso al Tar e rischio diaspora.

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Sul blog In due passano al misto nella città laziale Il leader: chi tradisce il voto, si dimetta

se lasciare: «Non mi sento più in sintonia». La lista dei conflitti continua ad allungarsi. Nel dicembre 2015 il sindaco di Gela Domenico Messinese viene espulso. A Quarto Rosa Capuozzo finisce sotto inchiesta e viene cacciata, dopo molti imbarazzi dei vertici. A Livorno si tira un sospiro di sollievo, dopo il via libera al concordato sull’azienda dei rifiuti. Ma il sindaco Filippo Nogarin ha già ricevuto due avvisi di garanzia. L’unica isola felice sembra Torino, con Chiara Appendino che sfonda nei sondaggi. Eppure nel Movimento, c’è chi non apprezza e accusa: «Ha ceduto ai "poteri forti"».

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