Ruocco, l’inviata a Davos (a insaputa del Movimento): lì ho avuto tanti complimenti
Ma Di Battista annuncia la piazza «contro la bancocrazia»
ROMA Qualcuno sui social ironizzava: «Ma glielo dirà a quelli, che Casaleggio le ricordava Fidel Castro?». Battute a parte, la sortita di Carla Ruocco al World Economic Forum di Davos ha colto tutti di sorpresa. A cominciare dai vertici dei 5 Stelle, ignari del viaggio, fino ai militanti, sempre pronti a indignarsi contro il mondo della finanza e poco inclini a dibattiti in sedi così lontane dal «popolo».
«Sciocchezze», spiega la Ruocco: «Ho letto ricostruzioni ridicole. A Davos sono stata invitata a titolo personale. Mi sembra una stupida speculazione quella di concentrarsi su chi sapeva e su chi non sapeva». Anche perché, dice, il risultato è stato positivo: «Ho parlato dei temi del programma e sono stata molto apprezzata». Silenzio gelido, invece, dagli altri esponenti dei 5 Stelle. E più di un mugugno ai piani alti per un blitz non concordato.
Elio Lannutti, sempre in prima fila nelle manifestazioni 5 Stelle, ieri attaccava su Twitter «padroni e padroncini di Davos che non si fanno mancare niente», mentre Alessandro Di Battista ricompariva con una diretta Facebook per annunciare la sua discesa in piazza. A favore del reddito di cittadinanza, ma soprattutto contro quella che chiama la «bancocrazia». Con accuse al «capitalismo finanziario» colluso con la politica, da Goldman Sachs a Rothschild & Co. «I reati di alcuni banchieri — spiega ai suoi fan — fanno sembrare i boss di Mafia Capitale dei rubagalline».
Eppure la Ruocco non ha remore a presentarsi a Davos. Quel Forum dove (per dirla con un post di Beppe Grillo del 2012) discutono di fame nel mondo proprio i banchieri che fanno soldi sul «business della fame». Ma la Ruocco, che si dice «interessata al
A Davos sono stata invitata a titolo personale, è una speculazione concentrare l’attenzione su chi sapeva e chi no nel M5S
tema della povertà», non si spaventa. E se c’è chi ricorda lo sdoganamento del Forum Ambrosetti da parte di Gianroberto Casaleggio, non si possono dimenticare gli strali feroci contro Trilateral, Bilderberg Aspen e finanza varia. Eppure, spiega la Ruocco, «la finanza non è un crimine».
La Ruocco è stata funzionario dell’Agenzia delle Entrate, ed è componente della Commissione finanze. Per i 5 Stelle si occupa di questi temi, anche se il direttorio di cui faceva parte si è sciolto. A Davos ha partecipato a un panel sui populismi, intitolato «Policy option for a new Europe», insieme al ministro degli Esteri finlandese Timo Soini e altri.
A loro ha spiegato che «il reddito di cittadinanza deve diventare una priorità per l’Europa», che è necessario che l’Italia torni al voto e che è necessario «ridisegnare l’architettura finanziaria per tornare competitivi: non si può avere una moneta unica e pressioni fiscali diverse». Tornata in Italia, l’accoglienza non è stata trionfale: «Ma ho ricevuto molti complimenti dai partecipanti al panel», spiega.