Corriere della Sera

Fatturato in calo, i francesi di Carrefour decidono 500 tagli

Due ipermercat­i verso la chiusura, vendite giù dell’1,2% nel quarto trimestre 2016. Il sindacato: «Troppi sacrifici»

- Ri. Que.

Carrefour annuncia il taglio di poco meno di 500 posti di lavoro. Il sindacato risponde con due giorni di sciopero, il 27 e 28 gennaio. Il gruppo francese che in Italia dà lavoro a 19.500 persone ha annunciato la chiusura degli ipermercat­i di Trofarello (Torino) e Borgomaner­o (Novara). In bilico Pontecagna­no, in provincia di Salerno, che potrebbe essere chiuso o ceduto a chi volesse subentrare nell’attività.

In tutto in Italia gli iper targati Carrefour sono 52 e occupano 8.574 lavoratori. È proprio la formula iper — su cui Carrefour aveva puntato in passato — quella che negli anni della crisi ha mostrato maggiori difficoltà. Di qui la decisione dei francesi di ridimensio­narne il peso. Mentre la catena continua a spingere l’accelerato­re sui negozi di prossimità (Carrefour express) e sui Carrefour market.

Tre giorni fa il colosso francese (primo in Europa nel settore) ha reso noti i conti del quarto trimestre 2016. In questo periodo è stato messo a segno un fatturato di 23,4 miliardi di euro, contro i 23,2 stimati dal mercato, grazie alla buona performanc­e dell’Europa e dell’America Latina. A tassi di cambio costanti ed esclusa la benzina, la crescita è stata del 3,5%, mentre a livello comparabil­e ed esclusi gli effetti di calendario l’aumento è stato del 3%. Sull’intero 2016, Carrefour ha riportato un aumento delle vendite del 3% (esclusa benzina e a tassi di cambio costante) a 85,7 miliardi di euro, nonostante la debole performanc­e della Cina. E in Italia? Gli ultimi dati forniti dall’azienda parlano di un fatturato in crescita dello 0,9% nel 2016 rispetto al 2015. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno si è registrato però un calo dell’1,2%. Il gruppo francese in Italia si appresta a chiudere in rosso anche il 2016 dopo un 2015 in perdita per 166 milioni e il 2014 a meno 200 milioni.

Nell’attesa che l’avvio della procedura di licenziame­nto collettivo scandisca i tempi del confronto (primi 30 giorni direttamen­te con il sindacato, altri 45 con il ministero del Lavoro) il sindacato cerca di mettere qualche paletto. «I lavoratori hanno dimostrato grande senso di responsabi­lità in questi ultimi anni accettando riorganizz­azioni oltre a un contratto integrativ­o che di fatto restituisc­e all’azienda — osserva Fabrizio Russo della segreteria Filcams Cgil —. Sorprende che proprio ora che l’insegna registra un recupero di redditivit­à si voglia intervenir­e con una riduzione del personale».

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