Matt Damon, l’eroe mercenario che conquista la Cina
Èil film più costoso girato interamente in Cina, il primo kolossal metà americano e metà cinese, ma anche quello con più polemiche. The Great Wall (La Grande Muraglia) continua a raccogliere incassi ma senza spegnere le critiche. Diretto da Zhang Yimou (l’autore di Lanterne rosse) The Great Wall ha avuto un budget da 135 milioni di dollari.
Un investimento importante che ha già ottenuto il suo ritorno: nella sola Cina ha già fatto staccare biglietti per 164 milioni di dollari (arriverà in Usa dal 17 febbraio e in Italia dal 23). Ambientato nella Cina del XII secolo, è la storia di un gruppo di guerrieri che combattono contro creature mitologiche. Ma se la credibilità della trama non è messa in discussione, è quella del protagonista che lascia dubbi, ovvero il poco cinese e con gli occhi per niente a mandorla Matt Damon. L’appunto che si ripete è sempre lo stesso: «I nostri eroi non hanno l’aspetto di Matt Damon». Una considerazione difficile da confutare. E a poco serve il «trucco» per spiegare la presenza dell’attore nel film: ovvero che si tratta di un mercenario.
Così Pechino sta cercando un modo per arginare la pioggia di critiche, con un metodo molto comunista ma senz’altro efficace: di fatto controllarle. Per questo motivo è stata istituita la China Film Critics Association, un’istituzione che punta a correggere «il caotico sistema» delle recensioni (soprattutto online). Il regista Zhang Yimou ha invece parlato di un altro aspetto che molti mettono in discussione, una certa superficialità: «In questo tipo di film per il grande pubblico è inevitabile mostrare solo certi aspetti della cultura cinese, quelli che amano più i giovani, come l’invenzione della polvere da sparo. Ma anche, ovviamente, la dedizione e il coraggio del popolo cinese nel difendere la propria patria. Questo è probabilmente il modo migliore per introdurre alla cultura cinese il più ampio pubblico».