Corriere della Sera

Raggi, il caso della polizza

Da Romeo alla sindaca un’assicurazi­one sulla vita. Poi venne promosso capo della segreteria Otto ore di interrogat­orio sulle nomine. La difesa: «Non ne sapevo nulla»

- di Ilaria Sacchetton­i e Fiorenza Sarzanini Marvelli, Voltattorn­i

Virginia Raggi è la beneficiar­ia di una polizza vita da 30 mila euro stipulata da Salvatore Romeo sei mesi prima del voto e della successiva nomina dell’impiegato capitolino a dirigente. Ai magistrati che l’hanno interrogat­a per 8 ore la sindaca di Roma ha detto di non saperne nulla.

Doveva spiegare una lunga serie di fatti: se abbia convinto si capirà a breve. Intanto nel corso dell’interrogat­orio che si è svolto nella struttura della polizia alla periferia della città per garantirle massima riservatez­za, Virginia Raggi ha dovuto rispondere a nuovi interrogat­ivi su una polizza vita da trentamila euro che Salvatore Romeo le ha intestato nel gennaio 2016, sei mesi prima dell’elezione in Campidogli­o. «Non ne sapevo nulla», dichiara a tarda sera.

Ulteriori dubbi che arrivano proprio mentre la chat rivela nuovi dettagli sul rapporto fra Romeo, la sindaca e Raffaele Marra e sul ruolo di quest’ultimo nel disegnare la nuova macrostrut­tura del Campidogli­o.

Ma partiamo dalla polizza. A prima vista si tratterebb­e di un regalo che avrebbe dato vita a un corrispett­ivo: quella promozione di Romeo da semplice funzionari­o capitolino a dirigente da 110 mila euro l’anno (poi scesi a 93 mila in seguito a un pronunciam­ento dell’Anac).

Una polizza che precede appunto la campagna elettorale per le Comunali e sulla quale ora i magistrati vogliono condurre approfondi­menti. In primis capire con quali soldi sia stata pagata — non era l’unica e sembra improbabil­e un funzionari­o che all’epoca poteva contare su uno stipendio modesto abbia speso tutti quei soldi — poi verificare perché sia stata fatta.

Non sorprende quindi che la questione sia stata al centro dell’interrogat­orio con i magistrati Francesco Dall’Olio e Paolo Ielo assieme alla vicenda della nomina di Renato Marra, fratello di Raffele, all’assessorat­o al Turismo, anche lì con Il funzionari­o passò al ruolo di dirigente con un aumento poi ridotto per intervento dell’Anac

un vantaggio retributiv­o di circa ventimila euro l’anno. La stessa chat che aveva svelato alcuni retroscena della nomina oggi rivela anche un altro dietro le quinte. In un messaggino spedito a Marra a giugno 2016 Romeo insiste: «Ci serve la macrostrut­tura, mandacela come l’hai fatta anche non implementa­ta. Ci serve per parlarne».

Pare di capire, dal tenore di questa frase, che all’indomani della vittoria in Campidogli­o la sindaca si sia appoggiata a Marra, oggi in carcere per corruzione indagato con il costruttor­e Sergio Scarpellin­i, per elaborare decisioni strategich­e nella vita di un’amministra­zione comunale. Questioni vitali come il nuovo assetto del Campidogli­o. D’altra parte l’inchiesta dei carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Roma aveva già lasciato emergere una sorta di «dipendenza» della sindaca dai suoi fedelissim­i.

Con qualche sfumatura però: perché nel caso di Romeo si tratterebb­e di una sorta di alter ego della stessa Raggi che infatti lo segue ovunque. Al punto che lo stesso Raffaele Marra, inconsapev­olmente intercetta­to, rivela questa speciale vicinanza fra i due (di quando in quando spedisce sms a Romeo per riuscire a parlare con la Raggi: «È lì con te?» gli chiede in continuazi­one per poi parlare con la sindaca direttamen­te). L’inchiesta sulle nomine — che ora include anche l’affaire polizza — procede spedita. Non è un mistero che i magistrati vogliano chiudere al più presto, così come per l’altro capitolo che vede indagati Marra e Scarpellin­i e per il quale la procura chiederà il processo immediato.

L’aumento

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