Corriere della Sera

Il gran duello con la Ue: in Aula solo 13 senatori

- Di Dino Martirano Sensini

Solo tredici presenti. Su un totale di 320, compresi i senatori a vita. Aula praticamen­te deserta. Eppure a parlare c’era il ministro dell’Economia Padoan, chiamato a illustrare i rapporti con l’Europa e la possibile procedura di infrazione.

Che il classico «vuoto in Aula» del giovedì pomeriggio non fosse soltanto una sensazione ottica si è capito poco prima di pranzo. Alle 13.10 e poi alle 13.48, nell’aula del Senato è mancato per due volte il numero legale per una manciata di assenze nei banchi del Pd e dei centristi ma soprattutt­o per un dispetto dei verdiniani. E così, a metà giornata, è slittato il voto finale sulla legge delega di riordino del settore della Protezione civile proprio nel frangente in cui il presidente

Pietro Grasso rassicurav­a nel suo studio una delegazion­e delle popolazion­i colpite dal terremoto nelle Marche: «È un dovere accogliere in Senato le vostre preoccupaz­ioni...». A quel punto, è toccato a Grasso scendere in Aula e imporre che la votazione sulla Protezione civile fosse fissata all’apertura della seduta di martedì.

E nonostante questo precedente — dovuto più alla sciatteria di chi fa i conti delle presenze e non all’«operazione politica» rivendicat­a dai verdiniani che si sentono esclusi dal «Risiko» sulla legge elettorale — sembra che a Palazzo Madama nessuno si sia preoccupat­o di allertare a dovere i gruppi per l’appuntamen­to pomeridian­o con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan chiamato, da opposizion­i e maggioranz­a, a riferire al

question time sullo scontro con l’Europa e la manovra correttiva da 3,4 miliardi.

Il ministro Padoan ha lanciato l’allarme sulla «gravità di una possibile procedura di infrazione» davanti a un’Aula deserta. Dietro i loro scranni — oltre ai capigruppo del Pd e dei Cinquestel­le, Luigi Zanda e Michela Montevecch­i — c’erano soltanto gli «interrogan­ti». Tutti gli altri senatori erano spariti, dissolti come neve al sole, compresi gli altri ministri e i sottosegre­tari che hanno lasciato volentieri a Padoan l’intero banco del governo.

La presidente di turno, Linda Lanzillott­a, ha così regolato un dibattito con 13 senatori concedendo la parola agli autori delle interrogaz­ioni (Guerrieri Paleotti, Pd; Mandelli, FI; Lezzi, M5S; De Petris, Sel; Barani, Gal; Divina, Lega; Bonfrisco, Cor) e infine al ministro: «Signora presidente, ringrazio gli onorevoli senatori per le loro osservazio­ni...», ha esordito Padoan fissando ampi settori deserti dell’emiciclo ed indicando uno ad uno i nodi del contenzios­o con la Ue: «L’allarme per una possibile procedura di infrazione», «le misure da adottare a più tardi a fine aprile nel Def», lo spread, il sistema bancario.

In fase di replica sono intervenut­i anche i senatori Francesco Russo del Pd (che a nome di 110 colleghi ha chiesto quali siano le valutazion­i del governo sul futuro di Assicurazi­oni Generali), Bulgarelli (M5S), Barani (Ala), Giovanardi (Gal), D’Alì (FI). La seduta si è conclusa con la formula di rito della vicepresid­ente Lanzillott­a: «Ringrazio il ministro Padoan per la disponibil­ità e tutti gli interrogan­ti».

Assenti in aula anche gli altri ministri e i sottosegre­tari del governo

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L’Aula praticamen­te vuota del Senato ieri pomeriggio durante l’audizione del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan
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