Il dissidente in coma, un giallo a Mosca
Kara-Murza potrebbe essere stato avvelenato. Era il vice di Nemtsov, assassinato
Ha gli stessi sintomi di due anni fa. E nel suo sangue più o meno la stessa concentrazione di manganese (60 volte superiore a quella normale), mercurio e altri metalli pesanti. Due anni fa Vladimir KaraMurza se la cavò. Stavolta sembra più difficile. Per il giornalista e dissidente russo, 35 anni, le speranze sono ridotte al lumicino. È in un letto d’ospedale. E tutto sembra portare a un altro caso Litvinenko.
I sintomi sembrano proprio gli stessi di due anni fa, quando nel suo sangue trovarono una concentrazione di manganese (60 volte quella normale) mercurio e altri metalli pesanti. Allora Vladimir Kara-Murza, giornalista e dissidente, se la cavò «per miracolo», come ha raccontato il suo avvocato Vadim Prokhorov. Questa volta sembra proprio che quei misteriosi segnali stiano per rivelarsi fatali.
Ricoverato in un ospedale della capitale russa, il giornalista è gravissimo. Per tentare di salvarlo, i medici hanno indotto il coma. Il sospetto, naturalmente, è quello di un attentato, visto che il trentacinquenne Kara-Murza ha dato parecchio fastidio con la sua attività.
È il coordinatore dell’organizzazione «Open Russia» dell’ex oligarca Mikhail Khodorkovskij, che ha passato dieci anni in galera per aver osteggiato Vladimir Putin. Inoltre è stato vice presidente del partito d’opposizione «Parnas» del quale faceva parte Boris Nemtsov, l’ex vice premier diventato avversario del Cremlino, che esattamente due anni fa venne ammazzato nel centro di Mosca.
L’anno scorso il giornalista aveva fatto circolare in tutta la Russia il film realizzato proprio sulla morte di Nemtsov, che aveva provocato accese polemiche nel Paese.
Ha lavorato con Boris Nemtsov, l’avversario del Cremlino ucciso due anni fa a Mosca
Infine Kara-Murza aveva assistito il Senato degli Stati Uniti nell’elaborazione della lista degli uomini del potere russo da sottoporre a sanzioni. La «lista Magnitskij», che prende il nome dall’avvocato morto in un carcere moscovita.
Insomma, di «buone ragioni» perché qualcuno ce l’avesse con lui ce n’erano tante. Secondo esperti di intelligence, la sua collaborazione con gli americani in particolare potrebbe aver suscitato le ire di esponenti dello spionaggio e del controspionaggio che avrebbero deciso di farla pagare al «traditore».
Il pensiero dei suoi amici, naturalmente, va alla vicenda di un altro «traditore», Aleksandr Litvinenko, l’oppositore che denunciò i metodi dei servizi segreti russi e poi iniziò a collaborare con l’MI5 britannico. L’ex agente lavorava anche con l’ex oligarca, diventato oppositore, Boris Berezovskij, fuggito in Inghilterra (e poi trovato «suicida» in bagno). Litvinenko venne avvelenato a Londra nel 2007 con il polonio-210, un metallo radioattivo che lo uccise lentamente. L’anno scorso Kara–Murza chiese alla Procura che fossero effettuate perizie tossicologiche su di lui, per capire l’origine dell’avvelenamento. Ma non ebbe alcuna risposta.
Ieri doveva partire per gli Stati Uniti dove ha spostato la famiglia. Ma alle 6.30 del mattino è stato portato di corsa in
Due anni fa trovarono nel suo sangue mercurio e manganese Si salvò per miracolo
ospedale. L’unico che sembra avere dubbi sul fatto che si tratti di un attentato è il padre di Vladimir che ha parlato con il giornale Moskovskij Komsomolets: «I medici non pensano che sia stato avvelenato e neanche io ci credo perché se lo volevano far fuori non lo avrebbero lasciato arrivare in rianimazione». Ma forse, quella di Vladimir senior è solo prudenza dettata dalla volontà di non esporre il figlio a ulteriori pericoli.