Corriere della Sera

L’affondo di Calenda agita i ministri renziani Ma Alfano: noi con te

Delrio: il no alle urne di Carlo? Parla il capo dei tecnici...

- Marco Galluzzo

Angelino Alfano, capo della Farnesina, ma soprattutt­o leader del Nuovo Centrodest­ra, entra in Consiglio dei ministri, è sorridente, quasi raggiante, si rivolge immediatam­ente a Carlo Calenda: «Ho visto che hai lanciato un’Opa amichevole sul mio partito, tutta la mia base è d’accordo con te».

Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, sulle colonne del Corriere ha detto chiarament­e quello che pensa, che sarebbe meglio finire la legislatur­a, non interrompe­rla per andare al voto anticipato. L’argomento, in Cdm, da quando si è insediato Paolo Gentiloni è invece un tabù e infatti l’aria che tira, nonostante la battuta del ministro degli Esteri, è anche di freddo distacco.

I ministri renziani, se così può dirsi, che cioè assecondan­o la voglia di voto anticipato dell’ex premier, da Graziano Delrio a Luca Lotti, faticano a dissimular­e un fastidio per l’uscita di Calenda. Delrio, ministro per le Infrastrut­ture, usa l’ironia, ma è graffiante: «Ho visto che ha parlato il capo dei tecnici, con un grande partito alle spalle». Calenda, a differenza di altri, non è iscritto a un partito, è un ex manager, e incassa, mentre nella sala scende una sorta di gelo.

Poche ore più tardi, alle agenzie di stampa, sempre Delrio dirà la sua, in pubblico, in questo modo: «Non bisogna avere paura del voto, della democrazia, delle elezioni, ci vuole un governo molto legittimat­o dal popolo». Eppure in Cdm sono tanti i i ministri che non osano nemmeno affrontare l’argomento. Da Anna Finocchiar­o ad Andrea Orlando, da Marco Minniti a Roberta Pinotti, e non solo loro ovviamente: nessuno ricorda nemmeno una battuta sul tema, una sfumatura, nulla. Argomento troppo delicato, meglio fare come ha chiesto, una sola volta, Paolo Gentiloni: «Concentria­moci sul lavoro da fare ed evitiamo i commenti politici».

Alla fine del Consiglio, che vara un altro decreto sulle urgenze del terremoto, è lo stesso presidente del Consiglio a intervenir­e sull’argomento: «La posizione di Calenda è personale e non impegna il Governo». Insomma in Cdm non c’è traccia di un’analisi politica sulla situazione, ma il capo del governo sente il bisogno di prendere le distanze da una posizione espressa, esplicitam­ente a titolo personale, da un suo ministro.

Segnali di una tensione che resta sottotracc­ia, di un argomento che per pubblica opinione del presidente del Consiglio è meglio che impegni altri, ma non il governo: «Se volete vi ripeto la formula che ho già usato una quindicina di volte negli ultimi mesi», la durata dell’esecutivo «per definizion­e spetta al Parlamento, al presidente della Repubblica, e alle dialettica delle forze politiche, alla quale guardo con il massimo rispetto».

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