Corriere della Sera

Il libro bianco sulla Brexit Garanzie ai cittadini Ue

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE di Fabio Cavalera

Fuori dal mercato unico e controllo pieno delle frontiere. Con una parziale concession­e: i cittadini dell’Unione europea (compresi i 500 mila italiani) che già vivono e lavorano nel Regno Unito non saranno cacciati e possono dormire sonni tranquilli. Brexit con lo zuccherino. Nel presentare il libro bianco del governo di Sua maestà il ministro della Brexit, David Davis, lo ha detto in modo chiaro: non abbiamo intenzione di buttarli fuori, assicurere­mo loro garanzie e sicurezza. Ci sarà una normativa specifica che introdurrà un graduale sistema di controlli per i nuovi arrivati e nel frattempo nulla cambierà. Un logico ramoscello d’ulivo che ha due scopi: bilanciare la parallela situazione di garanzie per i britannici che risiedono nel continente e non mettere le prossime trattive da subito sull’orlo del precipizio. Le 77 pagine del «white paper» non scoprono le carte di Downing Street, enunciano dodici principi (già esposti da Theresa May nei giorni scorsi) ai quali Londra

intende attenersi. In linea generale vince la linea della Brexit dura, la «hard Brexit», il che significa che il divorzio non avrà mezze misure, dunque nessuna partecipaz­ione alle regole del mercato comunitari­o e nessuna partecipaz­ione alle regole sulla libertà di movimento delle persone. Né una soluzione modello Norvegia. Né una soluzione modello Svizzera. Ognuno per la propria strada, da amici che non smettono di essere amici. Le intenzioni sono quelle di cercare una separazion­e senza attriti e di «mutuo beneficio» con un «accordo ambizioso e coraggioso» di libero scambio. Buoni propositi ma con un avvertimen­to: «Nessun regime di transizion­e», i tempi non devono allungarsi all’infinito. Londra ha fretta. Downing Street lascia scivolare via, per ora, le sirene della City che invoca passi lenti verso la Brexit. Il governo britannico ha una tabella di marcia e quella vuole che sia: a fine marzo attiverà la procedura prevista dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona e comincerà il balletto. A confortare Londra ci sono le stime dell’economia: Pil in crescita del 2% nel 2017 e dell’1,6 nel 2018. Previsioni di tempesta a breve non ci sono.

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Londra La premier Theresa May

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