L’Anpi alle cerimonie per Porzus
Nel carcere di Rebibbia ci rimase per 44 giorni, dopo l’arresto eseguito dall’Interpol su mandato di un giudice francese. Era l’estate del Duemila. Jorge Olivera, ex maggiore dell’esercito argentino negli anni della dittatura, uscì grazie a un documento grossolanamente contraffatto e preso per buono dalle autorità giudiziarie italiane. Su quella carta che gli permise, almeno per un certo periodo, di volatizzarsi c’era scritto che una ragazza di Buenos Aires, Maire Anne Erize Tisseau, origini francesi, era morta per cause naturali all’età di 24 anni. Invece era stata violentata e torturata proprio da Olivera, l’aguzzino che la fece sparire nel nulla — il 15 ottobre 1976 — in un vecchio complesso sportivo poi riconvertito in lager, quello di «La Marquesitas», nella città di San Juan, non lontano dalle Ande e dal Cile. Mercoledì l’ex ufficiale poi avvocato penalista — è stato anche difensore del massacratore delle Fosse Ardeatine Erich Priebke — e anche specialista in evasioni, è stato arrestato ancora.
Informato chissà come dell’arrivo imminente della polizia, dopo una latitanza durata quattro anni, si era nascosto nella casa della moglie. Accucciato nel bagagliaio dell’auto in garage.
Mamma Françoise
Aprendo quel bagagliaio, gli agenti hanno fatto riaffiorare una tragedia ambientata tra Argentina, Francia e Italia. Della quale si è occupato anche il Papa. Lo scorso anno, durante un’udienza in Vaticano, Bergoglio incontrò la signora Françoise, la mamma di Marie Anne che non ha mai perso la speranza di ritrovare le spoglie della figlia. Francesco si avvicinò alla donna, che oggi ha 88 anni, le prese le mani restando in silenzio qualche istante. Poi sussurrò: «L’abbraccio come se lei rappresentasse tutte le madri che hanno sofferto la sparizione dei propri figli».
Marie Anne era cresciuta a San Juan, dove fu rapita senza più notizie, e Buenos Aires. Papà e mamma, emigrati dalla Francia in cerca di fortuna, erano piccoli commercianti e non se la passavano male. Ma lei insisteva per andare a scuola
Jorge Olivera, ex ufficiale argentino, è stato condannato per la morte della desaparecida di origini francesi Marie Anne Erize Tisseau. Evaso, è stato riarrestato
Olivera, i cui crimini vennero inizialmente condonati, è stato anche avvocato: difese Erich Priebke (foto Epa) l’ufficiale tedesco tra i responsabili delle Fosse Ardeatine che viveva sulle Ande argentine
Dopo 72 anni arriva il momento della riappacificazione tra i protagonisti dell’eccidio delle malghe di Porzus dove 17 «fazzoletti verdi», partigiani di area cattolica, furono trucidati il 7 febbraio ‘45 dai gappisti comunisti di Mario Toffanin, comandante «Giacca». Domenica, alle commemorazioni per la strage, sarà presente in veste ufficiale per la prima volta l’Anpi di Udine, che ha accolto l’invito dell’Associazione partigiani Osoppo. L’eccidio di Porzus, uno degli episodi più controversi della Resistenza, fu a lungo taciuto da politici e storici. Nel 2012 Napolitano fu protagonista di una significativa visita sui luoghi della strage.