Trump, solo parole contro «Big Pharma»
Donald Trump fa infuriare mezzo mondo rivoluzionando immigrazione e libero scambio, spaventa gli alleati dichiarando obsolete alleanze chiave come la Nato, entra a gamba tesa nelle competenze del Congresso ignorando il vincolo della separazione dei poteri. Ma gli va dato atto che a volte il suo acume imprenditoriale e la libertà da ogni vincolo lobbistico gli consentono di lanciare campagne giuste oltre che popolari a difesa dei cittadini stanchi delle prepotenze di certi capitalisti abituati ad arricchirsi grazie a grosse rendite di posizione. Trump da apprezzare, quindi, quando dichiara che la festa è finita per l’industria farmaceutica che negli Usa ha moltiplicato i prezzi senza valide motivazioni. Poi, però, succede una cosa strana: Trump, che ha messo nel mirino da mesi questa industria, martedì ha ricevuto alla Casa Bianca i suoi capi ripetendo loro che si aspetta un calo di quelli che ha definito «prezzi astronomici». Subito dopo l’indice Nasdaq delle quotazioni delle aziende del settore, depresso da mesi, si è improvvisamente impennato. Perché mai? Trump ancora pochi giorni fa aveva criminalizzato il settore e aveva denunciato il meccanismo perverso che ha portato a questa situazione: una norma del 2003 (presidenza Bush) che vieta al ministero della Sanità, l’unico ente con forte capacità contrattuale perché ha alle spalle le decine di milioni di americani con l’assistenza sanitaria pubblica «Medicare», di negoziare i prezzi dei farmaci: quello, cioè, che fanno da sempre gli Stati europei, ottenendo prezzi molto più convenienti. Obama e i democratici hanno provato per anni a cancellare il divieto, ma la lobby farmaceutica ha sempre bloccato tutto. Bene, quindi, se Trump cambia rotta sfidando «Big Pharma» e anche i repubblicani. Solo che martedì lui ha sì chiesto prezzi più bassi, ma non ha più detto che eliminerà il divieto a negoziare. Anzi se l’è presa con gli altri Paesi che, dice, si approfittano dell’America anche in campo farmaceutico. Il significato di tutto ciò l’ha spiegato poco dopo Greg Walden, il repubblicano che presiede la Commissione commercio ed energia della Camera: norme se ne faranno solo per ridurre vincoli e controlli federali dell’Fda. E i prezzi? Basteranno le parole minacciose di Trump a convincere le aziende a tagliarli.
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