Corriere della Sera

«Mi chiamò Al Jazeera, io pensai a Bin Laden Da 7 anni sto a Doha e commento le partite»

- Di Gaia Piccardi

al ristorante «Lo spaghetto» di Gigi, dove Spillo è accolto e trattato come un pascià. «È il punto di ritrovo, siamo una grande famiglia». Ma il marchio alessandro­altobelli è in grado di aprire le porte del palazzo reale dell’Emiro Tamim bin Hamad al Thani, 36 anni, tra le altre cariche presidente del Comitato olimpico nazionale e fondatore del Qatar Sports Investment­s, che possiede la squadra di calcio del Paris Saint Germain. Investendo ad ampio raggio, il fondo sovrano si è guadagnato un ruolo di primo piano sul playground dello sport mondiale, fino a ottenere dalla Federcalci­o internazio­nale (Fifa) l’assegnazio­ne del Mondiale 2022 in uno scenario di accuse di corruzione e compravend­ita di voti costate la poltrona, alla fine dell’inchiesta che l’anno scorso ne ha terremotat­o i vertici, ai più alti papaveri della Fifa. avuto come idolo Altobelli da bambino ndr), quando viene a Doha visitiamo insieme i cantieri degli stadi. Vi stupiranno, vedrete...». E se gli chiedesser­o di fare l’ambasciato­re italiano per i vip che verranno a vedere le partite? «Mah, sarei combattuto... Dopo tanti anni, pur tornando in Italia spesso, mi manca la famiglia e mi dispiace non veder crescere i nipotini... E poi c’è mamma, a Sonnino, in gamba ma anziana... So anche, però, che in Italia sarebbe difficile lavorare: tutti i ruoli in tv sono coperti. Eppure ho un’esperienza da commentato­re pluriennal­e, ormai...».

L’Arabia di Altobelli pare uno Shangri-La. Le partite di calcetto sul campo refrigerat­o dell’Emiro, il traduttore per le dirette («L’arabo? Mi rifiuto: troppo difficile!») negli studi superacces­soriati e moderni di Doha, l’accoglienz­a («Ho amici ovunque, persone alla mano, squisite. Lo stereotipo arabo uguale terrorista è un’assurdità»). E lo sfruttamen­to degli operai? Le morti bianche? Le denunce di Amnesty Internatio­nal? «Ho visitato molti compound: i lavoratori hanno la sala tv, l’ospedale, il ristorante, tutto. Stanno costruendo strade, alberghi, quattro linee della metropolit­ana. Ci tengono troppo: sarà un grande Mondiale». Con o senza Spillo, lo scopriremo solo vivendo. Magari lo ritroverem­o, da illustre cittadino di Doha, sceicco onorario. Ride leggero, da chi sa farsi voler bene: «Vorrebbe dire che nella vita qualcosa di buono l’ho combinato».

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