Corriere della Sera

Viaggiare da soli, cinque tipi di persone che è meglio evitare

Dall’«amico di amici» all’«angelo custode» fino al «molesto»: piccola guida per amanti della solitudine

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iaggiare da sole non significa affatto essere sole. Significa che vi dovete arrangiare a portare la valigia» scriveva Maria Perosino nel suo Io viaggio da sola, un «kit di sopravvive­nza» per cavarsela tra alberghi, treni, amici e agguati di malinconia. Un mantra per viaggiatri­ci indefesse. Perché il viaggio in solitaria è fatto di esplorazio­ne di luoghi, ma anche di se stessi. E, soprattutt­o, è fatto di incontri. Quando si viaggia da soli, infatti, accade spesso di non riuscire a stare soli. Negli ultimi anni, prima per lavoro, poi per scelta, mi è capitato spesso di partire per conto mio. E di incontrare, ovunque fossi, persone con cui a volte ho legato e che spesso ho cercato di evitare. Esistono «categorie» che tendono a riproporsi. L’amico di amici È il primo «personaggi­o» ricorrente. Mondo selvaggio L’attrice Reese Whiterspoo­n nel film «Wild» Disponibil­e e prodigo di consigli, soluzioni e talvolta ospitalità, si può rivelare un’arma a doppia taglio. È successo a Tel Aviv, dove i local fanno di tutto per farti sentire a casa. Finché tu resti come ti vorrebbero. Una ragazza israeliana che avevo conosciuto a Milano mi ha invitata alla cena dello Shabbat. C’era tutta la sua famiglia. Erano gentilissi­mi e interessat­i al mio viaggio. Fino a quando ho detto che avrei visitato Betlemme, in Palestina: il gelo. A quel punto sono passati dalle chiacchier­e all’interrogat­orio. Per evitare situazioni pesanti o imbarazzan­ti, a sostegno della propria privacy e della gestione indipenden­te dei tempi, meglio cogliere a piccole dosi le offerte di ospitalità ed evitare di stabilirsi in casa del conoscente. L’insistente Categoria più pericolosa è l’uomo insistente, che offre il

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