Fake news rischio per la democrazia, appello della Fieg
Costa: nessuna censura, solo regole uguali per tutti. Pitruzzella: tutelare la dignità dei cittadini
Costruire un nuovo rapporto con gli «over the top», cioè Google, Facebook e gli altri colossi del web, basato su responsabilità, regole chiare e uguali per tutti su concorrenza, fisco e trasparenza. Partono da qui editori, pubblicitari e il Garante della Concorrenza, Giovanni Pitruzzella, per affrontare il tema della rivoluzione digitale 4.0.
Se ne è parlato in un convegno nella sede romana della Fieg, dove Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazione alla Cattolica di Milano, ha lanciato un appello al governo Gentiloni per «farsi promotore di un tavolo di consultazione tra tutti gli operatori dell’informazione per definire insieme una serie di linee guida». Solo così «sarà possibile arginare le fake news, combattere la pirateria e valorizzare l’informazione di qualità – sottolinea Maurizio Costa, presidente della Federazione degli editori di giornali, rispondendo a una domanda della moderatrice dell’incontro, Maria Latella –. Nessuno vuole o auspica censure. Anzi. Il nostro algoritmo deve essere la credibilità».
È d’accordo Pitruzzella, che in una intervista al Financial Times aveva proposto all’Ue di dotarsi di agenzie pubbliche per combattere le bufale, scatenando Beppe Grillo che lo aveva accusato di «nuova inquisizione web». «Volevo solo evidenziare un problema – spiega il Garante –. Come si costruisce l’informazione nell’era di Internet? Di certo in modo molto diverso rispetto a 20-30 anni fa». In Germania stanno discutendo una legge che assegna pesanti multe a chi pubblica notizie false: «Dobbiamo pensare a un sistema che tuteli la libertà e la dignità di ogni cittadino – taglia corto Pitruzzella –. È in gioco il futuro della democrazia». Parole condivise dal presidente della Camera, Laura Boldrini, che in un altro incontro, precisa: «È arrivato anche il tempo della responsabilità per chi opera nella sfera digitale: un uso distorto va ad alterare gli assetti democratici».
Dal suo osservatorio, Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, vede nei social network «la società della conversazione con poche verità e poca deontologia». Per questo il ruolo del giornalista «deve basarsi ancora di più su comportamenti virtuosi e deontologici: dobbiamo verificare sempre e incrociare le fonti per evitare cantonate». Poi, guardando ai colossi del web, Fontana aggiunge: «Google deve avere le stesse responsabilità che ha un editore. Servono regole stringenti anche per gli over the top, che non sono solo strumenti tecnici». E il presidente dell’Upa (pubblicitari), Lorenzo Sassoli de Bianchi, propone «una authority a livello europeo per arginare gli “over the top”». Nel frattempo «si potrebbe pianificare l’istituto di autodisciplina pubblicitaria». E l’idea piace molto a editori e Garante.