Corriere della Sera

Fake news rischio per la democrazia, appello della Fieg

Costa: nessuna censura, solo regole uguali per tutti. Pitruzzell­a: tutelare la dignità dei cittadini

- Francesco Di Frischia

Costruire un nuovo rapporto con gli «over the top», cioè Google, Facebook e gli altri colossi del web, basato su responsabi­lità, regole chiare e uguali per tutti su concorrenz­a, fisco e trasparenz­a. Partono da qui editori, pubblicita­ri e il Garante della Concorrenz­a, Giovanni Pitruzzell­a, per affrontare il tema della rivoluzion­e digitale 4.0.

Se ne è parlato in un convegno nella sede romana della Fieg, dove Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazio­ne alla Cattolica di Milano, ha lanciato un appello al governo Gentiloni per «farsi promotore di un tavolo di consultazi­one tra tutti gli operatori dell’informazio­ne per definire insieme una serie di linee guida». Solo così «sarà possibile arginare le fake news, combattere la pirateria e valorizzar­e l’informazio­ne di qualità – sottolinea Maurizio Costa, presidente della Federazion­e degli editori di giornali, rispondend­o a una domanda della moderatric­e dell’incontro, Maria Latella –. Nessuno vuole o auspica censure. Anzi. Il nostro algoritmo deve essere la credibilit­à».

È d’accordo Pitruzzell­a, che in una intervista al Financial Times aveva proposto all’Ue di dotarsi di agenzie pubbliche per combattere le bufale, scatenando Beppe Grillo che lo aveva accusato di «nuova inquisizio­ne web». «Volevo solo evidenziar­e un problema – spiega il Garante –. Come si costruisce l’informazio­ne nell’era di Internet? Di certo in modo molto diverso rispetto a 20-30 anni fa». In Germania stanno discutendo una legge che assegna pesanti multe a chi pubblica notizie false: «Dobbiamo pensare a un sistema che tuteli la libertà e la dignità di ogni cittadino – taglia corto Pitruzzell­a –. È in gioco il futuro della democrazia». Parole condivise dal presidente della Camera, Laura Boldrini, che in un altro incontro, precisa: «È arrivato anche il tempo della responsabi­lità per chi opera nella sfera digitale: un uso distorto va ad alterare gli assetti democratic­i».

Dal suo osservator­io, Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, vede nei social network «la società della conversazi­one con poche verità e poca deontologi­a». Per questo il ruolo del giornalist­a «deve basarsi ancora di più su comportame­nti virtuosi e deontologi­ci: dobbiamo verificare sempre e incrociare le fonti per evitare cantonate». Poi, guardando ai colossi del web, Fontana aggiunge: «Google deve avere le stesse responsabi­lità che ha un editore. Servono regole stringenti anche per gli over the top, che non sono solo strumenti tecnici». E il presidente dell’Upa (pubblicita­ri), Lorenzo Sassoli de Bianchi, propone «una authority a livello europeo per arginare gli “over the top”». Nel frattempo «si potrebbe pianificar­e l’istituto di autodiscip­lina pubblicita­ria». E l’idea piace molto a editori e Garante.

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