Raggi: «Resto, Grillo si fida»
Romeo stipulò assicurazioni per 130 mila euro: «La sindaca? Nessuna relazione, lei non sapeva» Due le polizze a suo favore. I pm: non c’è reato. Il leader M5S: via chi la attacca
Dopo un’apnea di 8 ore e una notte probabilmente insonne, Grillo e Casaleggio le hanno fatto sapere che la sosterranno. E lei allora conferma su La7, intervistata da Enrico Mentana, che resterà alla guida di Roma. I pm le hanno chiesto delle due polizze stipulate da Romeo a suo favore per 130 mila euro. Lei ha detto che non sapeva. E ha smentito relazioni sentimentali con Romeo.
Di prima mattina sale le scale del Campidoglio, sfodera un sorriso che scioglie la tensione ed evoca un Beppe Grillo tutt’altro che infuriato: «Cosa mi ha detto? Che farà polizze per tutti». Sulla Rete ridono in pochi, sommersi da commenti feroci, ma ormai Virginia Raggi può tirare un piccolo respiro di sollievo dopo un’apnea di otto ore e una notte probabilmente insonne. Grillo e Casaleggio le hanno fatto sapere che ancora una volta, chissà se l’ultima, la sosterranno. Appoggio condizionato, con un impegno preciso: «Vai in tv da Enrico Mentana, mettici la faccia e spiega tutto».
Così fa e quando arriva, a «Chicco» che le chiede malizioso «come va», risponde con una battuta che cita i Blues Brothers, non lontana dal vero: «Mi mancano solo le cavallette». Anche per questo, confessa: «Non posso dire di non aver pensato di dimettermi, le difficoltà che ho incontrato in questi mesi avrebbero sfiancato un toro».
Il mea culpa di Romeo
La mattina la passa a spiegarsi con assessori e consiglieri. A pranzo rimane chiusa nel bunker e poi decide di pubblicare il primo post su Facebook dove definisce l’interrogatorio con i pm «lungo ma cordiale». Ma la sindaca a quell’ora, sono le 17, si sente già sollevata. Le agenzie battono notizie rassicuranti dalla Procura: le polizze sono diventate due, non più una sola, ma non ci sarebbero elementi di rilevanza penale. Salvatore Romeo, nel frattempo, fa un dolente mea culpa: «Mi dispiace aver danneggiato sindaca e M5S». Poi spiega che non è stato l’amore a far scoccare la freccia della polizza, come dichiarato nella causale, ma la «stima». Conferma anche che la Raggi fosse beneficiaria «a sua insaputa».
Il coach Casalino
La sindaca si prepara a lungo nel pomeriggio, con un coach d’eccezione: Rocco Casalino, capo della comunicazione, spedito in Campidoglio. Insieme a lui ci sono Alfonso Bonafede e Massimo Fraccaro, i parlamentari «angeli custodi». Il prepartita è tanto intenso da farla arrivare in ritardo di oltre un’ora all’appuntamento a La7. Nel frattempo, su Facebook piove una gragnuola di commenti per nulla lusinghieri. La comunicazione le consiglia di intervenire: «Grazie a tutti per starmi vicino in questo momento», scrive. Mossa azzeccata: il segno dei commenti cambia e una ola di favorevoli sommerge i critici.
Operazione simpatia
Ci sono due ordigni da smidella nare: il dubbio instillato dall’inchiesta e la scarsa empatia della sindaca. I vertici avevano pensato di mandarla con i tabulati dei finanziamenti sotto i 5 mila euro, considerati sospetti: ma saranno pubblicati nei prossimi giorni.
Enrico Mentana alterna domande incalzanti ma anche siparietti divertenti e la sindaca reagisce bene. Prima si dice «sgomenta» per la polizza a sua insaputa: «Chiederò a Romeo di cambiare beneficiario. Ma non ho preso un soldo». Dove mette i suoi soldi? «Nel materasso», spiega, forse scherzando. Il legame dei «quattro amici al bar», nome chat finita nel mirino della Procura? Solo «di stima», le altre sono «ricostruzione fantasiose. Tendo a escludere un legame tra Previti, Marra e Romeo». Non sono di destra, spiega: «Ho sempre votato a sinistra, Verdi e Idv». Prende atto delle critiche nel M5S: «Non si può piacere a tutti. Me ne faccio una ragione e vado avanti». Finale in simpatia. Con chi andrà al bar? «Non andrò più al bar». E se qualcuno si aspettava delle scuse, eccole: «Mi scuso con i romani per le buche, ci stiamo lavorando».
L’intervista a La7 «Ho sempre votato a sinistra, non sono di destra. Mai preso soldi, querelo chi lo dice»