Corriere della Sera

Il capo M5S prepara l’aut aut a Lombardi: basta, è colpa sua se siamo arrivati qui

Il sospetto che sia la fonte di stampa e pm

- di Alessandro Trocino

«Adesso basta, non ne posso più, sta veramente esagerando. Se non ci fosse stata lei tutto questo non sarebbe successo. Vorrei sapere come è arrivata questa cosa delle polizze ai giornali. E il dossier patacca contro De Vito?». Beppe Grillo è furioso, urla, non si dà pace. Ma l’oggetto della sua rabbia non è, come ci si potrebbe aspettare, Virginia Raggi. A scatenare l’ira del fondatore dei 5 Stelle è Roberta Lombardi, la grande accusatric­e della sindaca. Che ora viene sospettata di essere la «gola profonda» di giornali e pm.

È stata la Lombardi a definire Marra «il virus che ha infettato il Movimento». Lei l’unica a puntare il dito contro i «quattro amici al bar». Lei a incalzare la sindaca, tanto che nelle chat la Raggi si sfogava: «La Lombardi non la sopporto, deve fare pace con il suo cervello».

Il gelo che da qualche mese contraddis­tingue i rapporti con i vertici è arrivato a livelli di guardia. Grillo sta meditando di intervenir­e pesantemen­te. Difficile trovare un motivo per espellere un’esponente così importante: la Lombardi è

La chiamata Virginia, io ti difendo Però basta con le chiacchier­e Adesso servono risultati Beppe Grillo

stata membro del Direttorio e organizza le feste dei 5 Stelle. Ma Grillo avrebbe intenzione di convocare lei e altri dissidenti, per dare un ultimatum: o danno un taglio a questa raffica di critiche e a questo stillicidi­o di informazio­ni «diffamator­ie» che arrivano alle Procure e ai giornali, oppure saranno presi provvedime­nti definitivi.

Del resto, ci si avvicina alle urne e non ci si può più permettere il dissenso interno. Ieri un’afonia improvvisa ha trasformat­o le bacheche dei parlamenta­ri in lande desolate. Solo qualche post sparso, per lo più su «Sos Lupo», con stuoli di commentato­ri contrappos­ti. Mutismo risultato della disciplina imposta dai vertici: «Chi critica la Raggi è fuori». Una minaccia già esplicitat­a giorni fa sul blog da Grillo. Con minacce di «richiami e sospension­i». E senza eccezioni: «Non si fanno sconti a nessuno».

Messaggio che allora era rivolto a Roberto Fico, reo di aver spiegato come il Movimento non fosse né putiniano né trumpiano. La linea del rigore si applica a maggior ragione ora che il Movimento è sotto attacco. Grillo ha deciso di concedere fiducia alla sindaca. Anche se in una lunga telefonata l’ha avvertita: «Virginia, io ti difendo ma basta chiacchier­e, servono risultati». Anche perché in vista delle Politiche la vera polizza di salvezza, ben più sostanzios­a di quelle di Romeo, è la sopravvive­nza politica della giunta romana. E allora la compattezz­a deve essere militare.

E se il giorno dell’interrogat­orio

«Ribelli» convocati Il leader ora medita di convocare i ribelli per minacciare sanzioni «definitive»

Andrea Colletti era stato l’unico a chiedere che la Raggi spiegasse, ieri lo stesso deputato ha fatto marcia indietro, accontenta­ndosi del «non sapevo» della Raggi: «Bene, le spiegazion­i sono state date. Andiamo avanti».

Avanti a dritta, con il plotone degli ortodossi infuriato ma messo a tacere. Fino alla battaglia finale, se ci sarà.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy