Corriere della Sera

Il doppio fronte di Virginia «Marra mi ha guidata dentro il Campidogli­o»

- di Ilaria Sacchetton­i e Fiorenza Sarzanini

Virginia Raggi rimane sulla graticola per i rapporti con i suoi fedelissim­i. Mentre si cerca di scoprire quale sia il vero motivo per cui Salvatore Romeo le intestò ben due polizze sulla vita con causale «relazione sentimenta­le» investendo in totale 33mila euro, rimane aperto il fronte di Raffaele Marra, accusato con lei di abuso d’ufficio per la nomina del fratello Renato. «La decisione finale l’ho presa io, solo questo conta», ha dichiarato la sindaca durante l’interrogat­orio di due giorni fa, negando di aver delegato l’ex capo del Personale come invece emerge dalle conversazi­oni in chat. Ma la sua difesa non deve essere stata troppo convincent­e, se lei stessa ha annunciato la consegna di una memoria per la prossima settimana.

Le due «provviste»

Romeo aveva due conti correnti, aperti nel 2000 e dai quali prelevava i soldi investiti nelle polizze: uno con 92 mila euro, l’altro con 40 mila. Una doppia «provvista» che secondo gli inquirenti ha provenienz­a lecita, tanto che al momento non ci sono reati ipotizzati. Resta da capire l’obiettivo di questa continua apertura di pratiche e cambio di beneficiar­i. Una modalità che per gli analisti finanziari potrebbe celare la messa a disposizio­ne di denaro evitando la tassazione e la tracciabil­ità. Anche tenendo conto che l’incasso del premio, con il via libera dell’intestatar­io, può avvenire in qualsiasi momento e non esclusivam­ente dopo la sua morte, come qualcuno ha cercato di far credere. Quelle polizze — ben sette negli ultimi tre anni con «causali fantasiose» come quella per l’ex fidanzata definita «mia figlia» — potrebbero dunque rappresent­are una sorta di fondo concesso in garanzia a chi poi poteva concedergl­i favori, come appunto è accaduto con Raggi che, appena eletta in Campidogli­o, lo ha nominato capo della segreteria. Oppure voti per assicurare l’appoggio al Movimento 5 Stelle alle Comunali di Roma. Su questo i magistrati hanno già ascoltato la scorsa settimana Roberta Lombardi e De Vito e non è escluso che decidano di convocare altri esponenti del Movimento.

«Marra mi guidava»

Giovedì di fronte a magistrati e poliziotti Raggi ha trascorso quasi otto ore segnate da momenti di grande tensione, tanto che più volte si è deciso di interrompe­re l’interrogat­orio. Ha ricostruit­o l’iter della procedura che ha portato Renato Marra a capo del dipartimen­to Turismo del Campidogli­o. E non ha potuto negare il rapporto stretto con suo fratello: «Raffaele conosceva bene la macchina amministra­tiva, mi ha guidato, spiegato il funzioname­nto di norme e regolament­i». Nelle chat emerge la sua rabbia quando viene attaccata «perché dovevi dirmi che Renato ha ottenuto un aumento da 20 mila euro», mostrando di essere all’oscuro: «Questo dimostra che non volevo dargli un indebito vantaggio». In altri momenti appare in difficoltà. «Sicurament­e ne abbiamo parlato, ma alla fine sono io ad aver firmato». Ma non convince. Allora si riserva di chiarire meglio i passaggi, promette la consegna al più presto di una ricostruzi­one scritta. Anche perché il rischio è che si aggravi l’accusa di falso che le è stata contestata proprio per aver dichiarato all’Anticorruz­ione del Campidogli­o: «Marra non ha partecipat­o ad alcuna fase istruttori­a».

E lui la «scarica»

Marra — detenuto per l’accusa di corruzione — sarà interrogat­o martedì prossimo e confermerà la versione della sindaca. Il suo scopo non è salvarla, ma evitare l’accusa di abuso di ufficio dimostrand­o che ha fatto tutto la Raggi. Non è affatto scontato che ci riesca, visto che il suo incarico di capo del Personale lo ha posto in evidente conflitto di interessi di cui anche la sindaca era a conoscenza. Per questo la revoca della nomina potrebbe essere ritenuta per Raggi addirittur­a un’aggravante.

I testimoni M5S Lombardi e De Vito testimoni chiave nella vicenda delle polizze

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